TETTO SALARIALE: arriva la nuova “regola” in tutta Europa | Addio maxi stipendi
Champions League - ilovepalermocalcio
Regole sempre più stringenti, le società sono avvisate.
Negli ultimi anni, il calcio europeo ha visto un inasprimento delle regole riguardanti gli stipendi dei giocatori. Leghe e federazioni, preoccupate per la sostenibilità economica dei club, hanno introdotto limiti salariali, tetti agli ingaggi e regole sul rapporto tra ricavi e spese del personale. L’obiettivo è chiaro: evitare che squadre spendano oltre le loro possibilità e garantire equilibri più solidi in campionati sempre più competitivi.
Il concetto di fair play finanziario, introdotto dall’UEFA, ha imposto controlli più stringenti sui bilanci delle squadre, monitorando il rispetto dei limiti salariali. Club come Real Madrid, Manchester City o PSG, noti per stipendi elevatissimi, devono ora giustificare le proprie spese attraverso ricavi reali e progetti sostenibili. Anche in Serie A e Premier League si registrano regole più severe che obbligano le società a programmare con attenzione ingaggi e rinnovi, riducendo il rischio di crisi finanziarie.
Queste regole influenzano direttamente il calciomercato. I club devono valutare non solo il talento di un giocatore, ma anche il peso del suo stipendio sul budget complessivo. Operazioni un tempo scontate diventano complesse, mentre i giovani talenti interni assumono maggiore valore strategico, poiché rappresentano una risorsa più sostenibile a livello economico.
Nonostante i benefici, l’introduzione di limiti salariali ha generato dibattiti: alcuni sostengono che possa ridurre la competitività internazionale dei club europei, mentre altri lo vedono come un passo necessario per preservare la stabilità finanziaria del calcio. La sfida sarà trovare un equilibrio tra libertà di mercato e controllo economico, evitando eccessi senza penalizzare la crescita sportiva.
Tetto salariale per equilibrare il mercato
Fernando Carro, presidente del Bayer Leverkusen, propone l’introduzione di un tetto salariale per ridurre il dominio dei club inglesi nel mercato dei trasferimenti. La Premier League, campionato più spendaccione d’Europa, rischierebbe di compromettere il livello della Champions League se la sua potenza finanziaria restasse incontrollata. Carro suggerisce di adottare una misura simile a quella della NBA, applicata su scala internazionale, per garantire maggiore equità tra i club europei.
Durante una conferenza a Francoforte intitolata “Il futuro della finanza”, Carro ha spiegato che la Premier League sta cercando di diventare il prodotto di punta in Europa, superando perfino la Champions League. Pur essendo generalmente contrario alle regolamentazioni, il dirigente spagnolo ritiene che questa misura sia necessaria per preservare l’equilibrio competitivo e tutelare le società meno ricche.

Il divario finanziario tra campionati
Carro aveva già denunciato in passato la strapotenza inglese: nel 2021 lamentava come il Leverkusen fosse costretto a cedere giocatori a club di Premier League con risorse superiori. Quest’estate, una neopromossa inglese ha battuto le offerte tedesche per un giocatore, nonostante la squadra fosse tra le prime quattro della Bundesliga.
Nonostante il fair play finanziario dell’UEFA, il divario resta enorme. La Premier League ha generato oltre 7,1 miliardi di euro nel 2023-2024, quasi il doppio della Bundesliga, ferma a 3,6 miliardi. Questo squilibrio economico continua a influenzare mercato, competitività e prospettive dei club europei meno ricchi.
