Brunori: «Dionisi? Idee diverse da Inzaghi. Ma non sta a me dire quali siano giusti o sbagliati»

L’ultimo “tutto esaurito” al Barbera risale alla notte magica della finale playoff contro il Padova, quando il Palermo conquistò la Serie B grazie a un suo gol. Due anni dopo, Matteo Brunori è ancora lì, con la fascia da capitano, a guidare i rosanero in un altro evento storico: l’amichevole di lusso contro il Manchester City di sabato prossimo. Un match che, come racconta Fabrizio Vitale sulla Gazzetta dello Sport, segna il ritorno dell’entusiasmo in viale del Fante.

«Ripensando a quella notte del 2022 mi vengono ancora i brividi – confessa Brunori a la Gazzetta dello Sport – ma più che la chiusura di un cerchio, spero sia un nuovo inizio. Vogliamo riportare entusiasmo, anche per recuperare ciò che abbiamo perso lo scorso anno, anche per colpa nostra. Lo faremo con le idee nuove che Inzaghi ci sta trasmettendo».

Da bomber a rifinitore

Sull’amichevole con i campioni d’Europa, Brunori ammette: «È un grande onore. Certi accostamenti forse sono esagerati, ma a me è sempre piaciuto Bernardo Silva». Un paragone che dice molto sul suo nuovo modo di interpretare il ruolo. Come spiega nell’intervista a Vitale della Gazzetta, infatti, il capitano del Palermo ha progressivamente lasciato l’area di rigore per cucire il gioco più lontano dalla porta: «Mi piace uscire e legare il gioco. Ho sempre fatto la punta, ma nel calcio moderno bisogna sapersi adattare. Con Pohjanpalo l’intesa è nata subito e la stiamo perfezionando ogni giorno».

Inzaghi, nuova identità

Il confronto tra Dionisi e Inzaghi è inevitabile. «Sono due allenatori molto diversi – sottolinea ancora Brunori a Gazzetta dello Sport – Inzaghi ha portato subito un’idea chiara: tutti sono utili, nessuno è indispensabile. Dobbiamo correre e sacrificarci per il gruppo. Dionisi aveva altri principi, ma non sta a me dire quali siano giusti o sbagliati».

Il futuro e i gol

Nell’estate dello scorso anno sembrava vicino all’addio, ora Brunori è al centro del nuovo Palermo. E lo ribadisce anche a Fabrizio Vitale sulla Gazzetta: «Non ha senso tornare su quei discorsi. Sono felice di essere qui, mi sento bene e vedo una squadra contenta: questo mi rende orgoglioso. Quanto ai gol, non mi pongo limiti. Vedremo che succede».