Nel delicato scontro diretto contro il Catanzaro, il Palermo sarà chiamato a sfidare non soltanto l’avversario sul campo ma anche un passato tutt’altro che favorevole. Come racconta Antonio La Rosa sulle colonne del Corriere dello Sport, lo storico dei confronti in terra calabrese non sorride ai rosanero: l’ultima vittoria al “Ceravolo” risale addirittura al 1966, un 2-1 firmato da una doppietta di Fogar. Da allora, tante delusioni e solo due successi complessivi, a fronte di ben 14 vittorie del Catanzaro e 9 pareggi.

A rendere ancor più indigesta la trasferta calabrese ci sono episodi che hanno lasciato un segno nella storia rosanero, come il 3-1 subito nella stagione 1977-78, uno scontro diretto che – come ricorda ancora La Rosa – compromise in modo quasi definitivo la corsa promozione. Ma il Palermo ha anche saputo reagire a queste negatività, come dimostrano l’1-1 ottenuto in 9 uomini in Serie C nel 2020-21 o il pari in rimonta nella passata stagione.
Assenze pesanti e motivazioni forti

Come se non bastasse, il Palermo dovrà fare i conti con l’assenza del proprio pubblico per la seconda trasferta consecutiva, dopo quella di Bari. Il divieto imposto dal prefetto per motivi di ordine pubblico – e confermato nonostante il ricorso del club al TAR della Calabria – priverà la squadra del sostegno della propria tifoseria in un momento decisivo della stagione. Una condizione che, secondo lo stesso Dionisi, dovrà però rappresentare una spinta ulteriore, trasformando la rabbia in energia positiva.

Ieri a Torretta, il Palermo ha svolto una seduta mattutina con il tecnico che sembra aver tracciato le prime indicazioni in vista della formazione. Magnani dovrebbe tornare al centro della difesa a tre, affiancato da Diakité e Nikolaou, mentre Ceccaroni, rientrato dopo l’assenza di Bari, dovrebbe posizionarsi sul centrosinistra. Verso la panchina invece Ranocchia e Verre, titolari al “San Nicola”.

Nonostante le difficoltà, la vittoria del Modena sul Bari ha restituito fiducia: il Palermo è ancora dentro le prime otto, con un futuro che resta tutto da scrivere. Ma per farlo, serve tornare a sfidare anche la cabala.