Gazzetta dello Sport: “Palermo, investimenti in crescita: oltre 30 milioni di stipendi, secondo solo al Monza”
Meno spese, ma con un equilibrio fragile. Come riporta Nicola Binda su la Gazzetta dello Sport, le società di Serie B stanno finalmente attuando politiche di contenimento dei costi, ma il risparmio non arriva dai calciatori, bensì dagli allenatori.
Secondo i dati ufficiali diffusi dalla Lega B, il monte stipendi complessivo per gli allenatori è sceso da 35,2 milioni a 27 milioni di euro, mentre quello dei giocatori si è ridotto di appena 11.602 euro rispetto alla passata stagione — una cifra irrisoria considerando la contrazione delle risorse registrata nell’ultimo biennio.

Come sottolinea Binda su la Gazzetta dello Sport, le tredici società già presenti in B lo scorso anno hanno aumentato di quasi 11 milioni gli stipendi dei calciatori, tagliando solo 3,3 milioni sui tecnici. Il vero risparmio, dunque, deriva dalle neopromosse, che spendono molto meno rispetto alle sette retrocesse o salite di categoria.
La forbice economica resta ampia: tra il Monza, primo con 32,7 milioni di euro, e il Pescara, ultimo con 6,3 milioni, ballano quasi 24,5 milioni di differenza.
Il Palermo, segnala ancora Nicola Binda su la Gazzetta dello Sport, è secondo con 30,7 milioni, davanti a Venezia, Sampdoria e Spezia, tutte sopra quota 20 milioni.
In coda, Südtirol e Pescara si confermano virtuose con bilanci più contenuti ma rendimenti in linea con i propri obiettivi.
Interessante anche il dato sui bonus: lo Spezia primeggia con 4,2 milioni di premi variabili, mentre il Frosinone si ferma a 294.300 euro. Nella parte manageriale, la Sampdoria spicca per la cifra destinata ai propri dirigenti, 1,89 milioni di euro, con Accardi ancora sotto contratto.
Come analizza infine Binda su la Gazzetta dello Sport, tra i club che hanno aumentato di più gli investimenti spicca proprio il Palermo, con +1,8 milioni per lo staff tecnico (unico sopra i 4 milioni) e +2,1 milioni per la squadra, segno di un progetto ambizioso che mira alla promozione.
In generale, però, la tendenza resta al risparmio. Almeno finché la classifica non imporrà nuovi sacrifici.
