Palermo-Brescia. Antonio Filippini: «Una partita fra deluse, ma i rosa sono favoriti»

Antonio Filippini, ex centrocampista che ha vestito le maglie di Palermo e Brescia, ha rilasciato un’intervista a Massimiliano Radicini per il Giornale di Sicilia in vista della sfida di domenica tra le due squadre. Filippini, protagonista della storica promozione in Serie A del Palermo nel 2004, ha parlato delle difficoltà attuali della squadra rosanero, del lavoro di Dionisi e dell’impatto che i nuovi acquisti potrebbero avere nella seconda parte della stagione. Inoltre, ha condiviso il suo pensiero sull’operato di Giovanni Gardini, attuale amministratore delegato del club, e sulle analogie tra l’attuale gestione del City Football Group e il Palermo di Zamparini.
L’ex centrocampista ha ricordato con affetto il suo periodo in Sicilia e non ha nascosto il desiderio di vedere il Palermo tornare in Serie A, sottolineando come la città e i tifosi meritino di rivivere quei momenti di gloria.
Una partita complicata per entrambe
Palermo e Brescia stanno vivendo una stagione al di sotto delle aspettative iniziali, come sottolinea Filippini: «A inizio stagione i loro obiettivi erano ben diversi, sarebbero dovute stare entrambe in pianta stabile nella zona play-off. Sono due squadre in difficoltà e alla ricerca di risultati. Sarà una gara complicata, soprattutto per il Brescia, visto che il Palermo non vince in casa da due partite».
Dionisi e la ricerca di equilibrio
Sull’andamento dei rosanero, l’ex centrocampista ha una sua teoria: «La rosa è superiore alla media e hanno preso un allenatore molto bravo come Dionisi. Probabilmente c’è qualcosa che non funziona, potrebbe essere una questione di equilibrio. Devono trovare quella continuità, soprattutto nelle prestazioni».
Un aspetto su cui Dionisi sta lavorando, considerando anche gli innesti arrivati nel mercato invernale. «I nuovi acquisti danno una spinta in più sotto l’aspetto tecnico e aiutano anche la mentalità del gruppo, perché fanno sì che gli allenamenti siano fatti con un’intensità diversa. Possono essere decisivi per permettere al Palermo di entrare definitivamente nella zona play-off e poi di vincerli», ha dichiarato Filippini al Giornale di Sicilia.
Il rapporto con Gardini e il legame con Palermo
Filippini conosce bene Giovanni Gardini, attuale amministratore delegato del Palermo, avendolo incrociato in passato alla Lazio e al Treviso: «È un manager che valorizza la risorsa umana, mette a proprio agio i giocatori con i suoi comportamenti. Non è solo un direttore, ma anche un padre di famiglia. Oltre a questo, è competente e può essere un valore aggiunto per il Palermo».
Parlando del suo passato in Sicilia, l’ex centrocampista non nasconde l’emozione: «Mi vengono in mente ricordi meravigliosi di una città fantastica, di una tifoseria affezionata e passionale. Mi piacerebbe veramente tornare a Palermo. Sono stati sei mesi fantastici, io ed Emanuele (il fratello gemello, ndr) arrivammo a gennaio scendendo dalla Serie A per vincere il campionato e ci siamo riusciti. Saremmo rimasti volentieri, ma per alcune situazioni tecniche abbiamo preferito andare a giocare altrove».
Un parallelo con il Palermo di Zamparini
Filippini vede delle analogie tra l’attuale gestione City Football Group e il primo periodo del Palermo di Zamparini, almeno in termini di ambizioni: «Vedo delle similitudini perché, come allora, la piazza, la società e i tifosi stanno cercando di dare il massimo per arrivare in Serie A. Anche come giocatori ci sono delle somiglianze: quell’anno a gennaio arrivammo noi, Grosso e altri elementi dalla Serie A, un po’ come è accaduto adesso con Audero, Pohjanpalo e Magnani. Spero che riescano a ripercorrere la nostra stessa strada».