Italia? No grazie: convocato DALL’ARGENTINA a Novembre | Torna con la maglia della sua Nazione

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Nazionale - fonte lapresse - ilovepalermocalcio

Gli oriundi sono da sempre un tema molto delicato.

Gli oriundi rappresentano una parte importante della storia della Nazionale italiana. Fin dagli anni ’30, giocatori nati all’estero ma con origini italiane hanno indossato la maglia azzurra, contribuendo a successi memorabili come i Mondiali vinti nel 1934 e nel 1938. Da allora, il concetto di “oriundo” è rimasto legato all’idea di appartenenza culturale e familiare, più che geografica, un ponte tra generazioni di italiani nel mondo.

Negli ultimi anni, il tema è tornato d’attualità con la crescente presenza di giocatori di origine sudamericana o di doppia nazionalità. La possibilità di convocare atleti nati all’estero ma con sangue italiano rappresenta per il commissario tecnico un’occasione per ampliare il bacino di scelta e aumentare la competitività del gruppo. Tuttavia, non mancano le polemiche legate all’identità: c’è chi ritiene che la Nazionale debba essere espressione di chi è cresciuto in Italia e conosce la sua cultura sportiva.

Le norme della FIFA permettono a un giocatore di rappresentare una nazione se possiede la cittadinanza e non ha già disputato gare ufficiali con un’altra selezione maggiore. Così, negli ultimi anni, diversi atleti come Retegui o Palomino hanno potuto vestire l’azzurro, aprendo un nuovo capitolo nel dibattito sugli oriundi.

Gli oriundi, tra discussioni e simboli d’integrazione, restano una risorsa per il calcio italiano. Portano esperienze diverse, arricchiscono il gruppo e testimoniano come il concetto di “italianità” possa evolversi senza perdere il senso di appartenenza a una storia comune.

Il faro della Roma

Nella Roma di Gasperini, il giocatore più indispensabile è senza dubbio Matias Soulé. A soli ventidue anni, l’argentino si è preso la squadra sulle spalle, diventando il leader tecnico dell’attacco giallorosso. In un reparto condizionato da infortuni e rendimento altalenante, la “Joyita” ha già brillato per continuità e concretezza: tre gol e due assist in sei partite di campionato, numeri che raccontano la sua crescita e la sua maturità.

Ora Soulé punta a confermarsi anche contro le grandi. Nel mirino c’è la sfida con l’Inter, avversario che già l’anno scorso aveva punito con un gol decisivo a San Siro, regalando alla Roma una vittoria pesantissima e chiudendo di fatto la corsa scudetto tra Inzaghi e Conte.

Matias Soule (LaPresse) Ilovepalermocalcio

L’erede designato e il sogno

Guardando al futuro, i Friedkin lo considerano l’erede naturale di Paulo Dybala, il volto destinato a guidare la Roma nei prossimi anni. Anche il ct argentino Lionel Scaloni crede fortemente in lui: ha spento ogni voce su una possibile convocazione con l’Italia, assicurando che Soulé vestirà presto la maglia dell’Argentina.

Se continuerà con queste prestazioni, la chiamata potrebbe arrivare già a novembre, coronando un percorso di crescita rapidissimo.