“Ho firmato per Allegri”: ritorno in serie A | Ora è il momento della definitiva maturazione
Allegri - fonte lapresse - ilovepalermocalcio
Una bella sorpresa per tutto il campionato.
Massimiliano Allegri ha sempre instaurato rapporti profondi con alcuni giocatori, trasformandoli in veri e propri pupilli. Uno dei primi è stato Paulo Dybala, che alla Juventus ha trovato la sua consacrazione proprio grazie al tecnico livornese. Allegri lo ha difeso nei momenti difficili e valorizzato al massimo, costruendo attorno a lui un sistema offensivo capace di esaltarne fantasia e qualità. Sotto la sua guida, l’argentino è diventato decisivo sia in Serie A che in Champions League.
Altro esempio è Mario Mandzukic, reinventato da Allegri come esterno sinistro nel tridente. L’ex centravanti croato, grazie alla sua generosità e alla capacità di sacrificio, è diventato simbolo della mentalità che l’allenatore richiede ai suoi uomini: dedizione, grinta e spirito di squadra. Con questa trasformazione, Mandzukic si è affermato come pedina fondamentale in ogni fase del gioco.
Tra i fedelissimi c’è anche Andrea Barzagli, colonna della difesa bianconera. Pur già affermato, con Allegri è diventato punto di riferimento insostituibile nella retroguardia a tre, capace di trasmettere sicurezza e guidare i compagni. Il rapporto tra i due è andato oltre il campo: dopo il ritiro, Barzagli è stato infatti chiamato nello staff tecnico, testimonianza della stima reciproca.
Claudio Marchisio ha vissuto con Allegri l’ultima fase della sua carriera ad alti livelli. Utilizzato in più ruoli a centrocampo, ha sempre goduto della piena fiducia del tecnico, incarnando l’equilibrio tra talento e disciplina. Marchisio è stato l’emblema del calcio “pulito” e ordinato che Allegri ha sempre cercato nei suoi interpreti migliori.
Allegri e la fiducia in Rabiot
«Ha vinto tantissimo con la Juve, due anni fa firmai anche perché sapevo che c’era lui in panchina». Con queste parole, nel 2021, Adrien Rabiot esprimeva tutta la sua stima verso Massimiliano Allegri, tornato alla Juventus dopo l’addio di Andrea Pirlo. Il tecnico livornese, rimasto fermo per due anni, aveva già lasciato il segno sul centrocampista francese, convinto che la sua crescita potesse compiersi proprio sotto quella guida.
Non sorprende, quindi, che oggi Rabiot veda con favore un trasferimento al Milan, dopo l’addio forzato al Marsiglia seguito al caso Rowe. Sarebbe per lui una destinazione naturale, anche perché già in passato Allegri aveva dimostrato di volerlo trattenere, senza forzature ma con parole chiare: «Se eri felice di andare, potevi farlo. Ma alla Juve eri stimato e io ti ho sempre considerato un grande giocatore, con margini importanti di crescita».

Da fischiato a indispensabile
Nell’autunno 2022, nel pieno della crisi bianconera e delle contestazioni con l’hashtag #AllegriOut, il tecnico definì Rabiot fondamentale, mentre parte della tifoseria lo criticava. “A me oggi manca molto Rabiot”, disse Allegri.
“Lo discutono in tanti, ma fa 13-14 cose buone a partita e sul campo pesa sempre, ha tecnica e fisico”. Parole che fotografano al meglio il legame tra i due: quando molti lo mettevano in dubbio, Allegri lo difendeva, considerandolo imprescindibile.
