Escl. Lucarelli: «Palumbo ricorda Matthäus. La sua posizione in campo…»

Palumbo è un giocatore universale che può ricoprire più ruoli sia a centrocampo che sulla trequarti. Per caratteristiche può anche fare l’esterno. Ha delle qualità enormi e, a mio avviso, è sprecato per la Serie B». Queste le considerazioni ai microfoni di ilovepalermocalcio.com di Cristiano Lucarelli, ex allenatore alla Ternana di Antonio Palumbo, centrocampista del Modena e obiettivo di mercato concreto del Palermo.
Quale può essere il suo pregio e quale l’aspetto sul quale ancora lavorare?
«Ha una grande capacità di creare la superiorità numerica, considerata la sua grande facilità nel saltare l’uomo. Un possibile difetto, se proprio si vuol trovare il pelo nell’uovo, è legato al fatto che a volte fa fatica a recuperare la posizione in fase di non possesso. Palumbo è un crack per la Serie B e potrebbe tranquillamente misurarsi con la massima serie».
Può essere l’elemento che fa la differenza in una squadra che punta alla promozione?
«È giusto specificare che nella storia del calcio solo un giocatore era in grado di vincere le partite da solo e si chiamava Maradona. Detto questo, Palumbo è un giocatore che, se sente la fiducia del proprio allenatore e dell’ambiente, è in grado di trascinare la propria squadra, offrendo un grande livello di affidabilità».
C’è un giocatore del passato che le ricorda per caratteristiche?
«Per la capacità di strappare quando è in possesso del pallone mi ricorda Lothar Matthäus. Rispetto al tedesco ha meno forza e meno potenza, ma possiede sicuramente più tecnica ed è più bello da vedere esteticamente».
Un altro giocatore accostato al Palermo, da lei allenato a Terni, è Pyyhtiä. Che tipologia di giocatore rappresenta?
«È un giocatore più muscolare, dotato di una discreta tecnica e di un buon tiro dalla media distanza. Offre intensità durante la partita e per il Palermo sarebbe sicuramente un ottimo acquisto».
Il binomio Inzaghi-Palermo può risultare vincente?
«Direi proprio di sì. Dati alla mano, tra gli allenatori più giovani dell’ultima generazione, è tra quelli che ha ottenuto più promozioni. Ha scelto di specializzarsi nel campionato cadetto e, in tal senso, rappresenta una garanzia».
Considerate le esperienze vissute a Messina e Catania, tornerebbe ad allenare in Sicilia?
«Io in Sicilia mi sono sempre trovato bene ed è una terra che mi piace tantissimo. Se ci fosse la possibilità di vivere un’altra esperienza da allenatore, tornerei con molto piacere».