“Chiudo la carriera a Roma”: Inter, il senatore dello spogliatoio fa tremare i tifosi | L’annuncio
Inter - fonte lapresse - ilovepalermocalcio
Non esistono più le bandiere di una volta.
Un tempo erano l’anima di una squadra, il simbolo di un legame indissolubile tra giocatore, città e tifosi. Le “bandiere” del calcio rappresentavano fedeltà e appartenenza: campioni che restavano per anni nella stessa squadra, rifiutando offerte più ricche per amore dei propri colori. Oggi, però, quelle storie appartengono quasi al passato. Il calcio moderno ha cambiato le sue regole, e con esse anche i suoi sentimenti.
L’era del mercato globale e dei contratti milionari ha trasformato i calciatori in professionisti sempre pronti a spostarsi. Le società stesse, spinte dalla necessità economica o dalla logica del profitto, non esitano a cedere i propri talenti. Così, i matrimoni sportivi che un tempo duravano una carriera intera oggi si interrompono spesso dopo pochi anni, sostituiti da nuove opportunità e strategie di mercato.
Anche il rapporto con i tifosi ne ha risentito. L’identificazione con un singolo giocatore è diventata più fragile, perché la maglia è ormai un passaggio temporaneo e non un punto d’arrivo. Il romanticismo del calcio, quello dei Maldini, dei Totti, dei Del Piero o dei Zanetti, lascia il posto a un sistema dominato dalla velocità e dalla convenienza.
Eppure, la nostalgia per le bandiere resta forte. Ogni volta che un giovane decide di restare nel club che lo ha cresciuto, i tifosi ci sperano: che possa essere “quello vero”, l’ultimo fedele in un calcio dove la fedeltà è diventata un’eccezione, non più la regola.
“Volevo chiudere la carriera alla Roma”
Henrikh Mkhitaryan, intervenuto al Festival dello Sport di Trento, ha raccontato alcuni retroscena sul suo passaggio all’Inter nel 2022. “Tutto è iniziato dopo il mio secondo anno alla Roma”, ha spiegato il centrocampista. “Ausilio mi chiamò dicendo che mi voleva all’Inter. A me andava bene, ma chiesi che si chiudesse entro il 31 maggio perché avevo un’opzione di rinnovo. Poi però non ci siamo più sentiti”.
Dopo una terza stagione positiva, Mkhitaryan tornò a parlare di rinnovo con Tiago Pinto: “Lui sapeva che volevo chiudere la carriera a Roma. Magari non mi hanno capito o non mi credevano. Mi offrirono solo un anno di contratto più un’opzione e io dissi di no: volevo sentirmi davvero importante”.

“Roma poco chiara con me”
Il giocatore ha poi spiegato come maturò la decisione di lasciare la Capitale: “Segnai contro l’Inter a San Siro e Ausilio mi richiamò: Inzaghi mi voleva davvero. Accettai, anche perché la Roma non era stata chiara con me”.
“Mourinho, secondo me, non sapeva nulla o gli dicevano che era tutto a posto. Lui mi voleva, ma capivo che non poteva restare per sempre. Quando seppe che non avrei rinnovato, litigò con Tiago Pinto e mi chiese di parlarne direttamente con lui. Ma ormai era troppo tardi”.
