Borja Iglesias: «Diamo più importanza a uno stop sportivo che a un genocidio»
Borja Iglesias: «Più importanza a uno stop sportivo che a un genocidio»
Borja Iglesias torna a scuotere il dibattito sportivo e sociale. L’attaccante del Celta Vigo, da sempre impegnato in battaglie civili e contro ogni forma di discriminazione, ha preso una posizione netta sul conflitto israelo-palestinese e sulle proteste che hanno interrotto la Vuelta di Spagna.
«Ciò che mi sorprende è che diamo più importanza all’interruzione di un evento sportivo che al genocidio. Non capisco davvero» ha dichiarato il 33enne spagnolo, schierandosi apertamente con gli attivisti filopalestinesi che hanno bloccato tappe della corsa ciclistica. «Dobbiamo essere consapevoli della situazione che stiamo vivendo e, a volte, alzarci in piedi per rivendicare i diritti umani e il rispetto. Ogni occasione è buona per farlo e prendere coscienza delle ingiustizie che esistono nel mondo».
Un calciatore che non resta mai in silenzio
Iglesias non è nuovo a prese di posizione forti. Nel 2024 aveva difeso Kylian Mbappé per l’appello al voto contro l’estrema destra in Francia: «È una persona privilegiata, poteva farne a meno. Se prende una posizione così chiara, ascoltiamolo almeno con rispetto. Non ha nulla da guadagnarci, viene criticato solo per il desiderio di aiutare gli altri».
Già nel 2023, poi, aveva annunciato di non voler più indossare la maglia della Spagna finché Luis Rubiales fosse rimasto presidente della Federazione, dopo lo scandalo legato al caso Hermoso: «Una decisione definitiva finché le cose non saranno cambiate e certi atti non resteranno impuniti».
Una voce scomoda, ma ascoltata
Dalle battaglie contro razzismo e omofobia, fino al sostegno a movimenti politici e sociali, Iglesias si conferma una voce scomoda ma ascoltata nello sport spagnolo. Le sue parole sulla Palestina hanno fatto il giro del mondo, rilanciando ancora una volta il suo impegno civile fuori dal campo.
