Binda: «Grosso unico promosso, Inzaghi e Stroppa da garanzia. In B tanti profili da seguire»
La prossima Serie A conterà tredici allenatori con trascorsi in Serie B, ma solo uno di loro — Fabio Grosso — è riuscito a conquistare la promozione sul campo e a conservarla nella massima categoria. Un dato che, secondo Nicola Binda sulla Gazzetta dello Sport, fotografa una realtà ormai consolidata: vincere in B non basta più per guadagnarsi un posto tra i grandi. La selezione è sempre più rigida, al punto che club come Pisa e Cremonese non hanno esitato a congedare profili vincenti come Pippo Inzaghi e Giovanni Stroppa, ora nuovamente protagonisti in cadetteria, rispettivamente con Palermo e Venezia.
Due nomi che, per Binda, rappresentano certezze assolute: tecnici esperti, specialisti della categoria, con un bagaglio tattico e carismatico che fa la differenza. «Il loro nome è una garanzia, basta quello», sottolinea il giornalista.
Tecnica e varietà: la nuova Serie B
Accanto ai “senatori” ci sono però nuove leve e stili diversi. Tre su tutti:
Luca D’Angelo, reduce da una stagione solida con lo Spezia, dove ha sfiorato la promozione.
Guido Pagliuca, rivelazione con la Juve Stabia, oggi all’Empoli: calcio brillante, organizzato, figlio di una scuola importante.
Antonio Calabro, emblema della solidità con la Carrarese, squadra concreta ma capace di guizzi e creatività.
Allievi di De Zerbi e giovani rampanti
Binda evidenzia anche la presenza in cadetteria di tecnici forgiati all’ombra di De Zerbi: idee moderne, possesso palla intelligente e spirito pratico. Spiccano:
Davide Possanzini (Mantova), deciso a dare continuità a un progetto innovativo.
Paolo Bianco (Monza), reduce da un miracolo salvezza con il Frosinone.
Alberto Aquilani (Catanzaro), che dopo il flop a Pisa e un anno sabbatico proverà a riportare i calabresi ai playoff.
Cinque gli esordienti assoluti in categoria. C’è Massimo Donati, alle prese con la difficile sfida della Samp, e Ignazio Abate, che eredita dalla Juve Stabia di Pagliuca un gruppo giovane ma ricco di entusiasmo. Più rodati ma ancora da scoprire:
Raffaele Biancolino (Avellino), pratico e diretto.
Matteo Andreoletti (Padova), allievo di Gasperini.
Andrea Chiappella (Entella), passato dal posto in banca alla panchina, con coraggio e competenza.
L’esperienza che fa la differenza
Chi la B la conosce da anni sa come adattarsi. Caserta (Bari), Mignani (Cesena), Alvini (Frosinone), Sottil (Modena), Vivarini (Pescara) e Dionigi (Reggiana): nomi solidi, pragmatici, pronti a ricalibrare sistemi e moduli per affrontare le difficoltà del torneo.
Ma, conclude Nicola Binda sulla Gazzetta, il vero totem è Fabrizio Castori. Alla guida del Südtirol ha tagliato le 800 panchine in B e punta ora a superare le 1.200 in carriera. A 71 anni compiuti proprio oggi, rappresenta l’archetipo del calcio verticale, senza fronzoli, lontano dal tiki-taka: essenziale, efficace, diretto. E ancora insostituibile.
