“Lascio il calcio per mio figlio”: la leggenda della Nazionale sconvolge il calcio | E’ gravemente malato
Tifosi in lacrime (foto Pexels) - Ilovepalermocalcio.com
Una notizia che ha sconvolto tutti.
Paul Scholes ha annunciato una scelta a sorpresa: da ora non lavorerà più in televisione. La leggenda del Manchester United ha spiegato che la decisione è motivata da ragioni strettamente personali. L’ex centrocampista ha deciso di concentrare tutte le sue energie sulla vita di suo figlio Aiden, 20 anni, affetto da un autismo molto grave, che richiede cure, attenzioni e una routine quotidiana rigidamente strutturata.
“Ho preso questa decisione quest’anno per lui, a causa delle sue esigenze particolari”, ha raccontato Scholes nel podcast Stick to Football, in compagnia di Gary Neville, Roy Keane, Ian Wright e Jill Scott. Aiden non parla, ma comunica tramite suoni che solo le persone vicine riescono a comprendere. Tutte le attività di Paul ora ruotano attorno a lui, rispettando orari e abitudini precise, per garantire sicurezza e serenità.
Scholes ha descritto la settimana tipo con Aiden: martedì nuoto e pizza, giovedì cena insieme, domenica spesa da Tesco con un carrello pieno di cioccolatini. Ogni gesto è pensato per fornire stabilità e prevedibilità al figlio. “Compirà 21 anni a dicembre”, racconta Scholes, mostrando il suo orgoglio e l’affetto che guida ogni decisione.
Per conciliare le esigenze del figlio con gli impegni professionali, Scholes ha deciso di limitare il lavoro in tv, concentrandosi sui podcast nei momenti liberi. “Tutto ciò che faccio ora ruota attorno a lui”, spiega, sottolineando come la sua vita professionale sia stata riorganizzata per non interferire con la routine quotidiana di Aiden.
Le difficoltà iniziali
Scholes ha ricordato le prime fasi dopo la diagnosi: “I dottori non l’hanno diagnosticato fino a due anni e mezzo. Si capiva che qualcosa non andava, ma non sapevamo cosa aspettarci. È stato difficile affrontare la realtà”, confessa. L’impatto emotivo della diagnosi è stato forte, tanto che inizialmente non ha voluto condividere la notizia con i compagni di squadra.
L’ex centrocampista racconta come gli impegni sportivi interferissero con la vita di Aiden: “La scorsa stagione, il giovedì facevo la partita di Europa League, che era il giorno in cui lo vedevo. Si agitava, diventava aggressivo. Ho capito che dovevo cambiare il mio approccio”.

Il supporto familiare
Nonostante la separazione da Claire, madre di Aiden, i genitori collaborano per gestire la routine del ragazzo. “Lo teniamo a turno, e la madre lo accudisce il venerdì sera. Facciamo sempre le stesse cose perché lui capisca che giorno è”, racconta Scholes, evidenziando l’importanza di continuità e stabilità.
Oggi Paul Scholes ha chiarito quale sia la sua priorità: il benessere del figlio. Tutto il lavoro e la vita quotidiana ruotano attorno a Aiden. La decisione di abbandonare la tv e concentrarsi sul figlio dimostra come, anche per una leggenda del calcio, la famiglia e le esigenze dei propri cari vengano prima di tutto.
