TUDOR OUT: Troppo grave la sconfitta | La Juve ha incontrato il nuovo allenatore

Tudor

Tudor - fonte lapresse - ilovepalermocalcio

La sconfitta contro il Como non è andata giù ai dirigenti.

Igor Tudor si prepara a vivere il suo primo Santiago Bernabeu da allenatore, ma il viaggio verso Madrid è accompagnato dal silenzio e da un fiume di pensieri. Il tecnico croato immaginava un debutto europeo diverso, non con la panchina della Juventus che scricchiola e con un futuro incerto dopo il rovescio sul Lago e la serie di risultati negativi che hanno scosso l’ambiente bianconero.

La dirigenza osserva con attenzione e riflette sulle possibili mosse, consapevole che la reazione dovrà arrivare subito. Se il rendimento non dovesse cambiare tra Real Madrid e Lazio, Tudor rischierebbe concretamente l’esonero. Nello specchio del tecnico appaiono già i volti dei potenziali successori: il primo nome è quello di Luciano Spalletti, profilo gradito e già sondato in passato da Giuntoli, oggi però condizionato da questioni economiche e dai contratti ancora pesanti a bilancio. Oltre a Spalletti, nella lista compare anche Roberto Mancini, da sempre tifoso della Juventus, ma con un passato che non entusiasma parte della tifoseria. Il suo profilo resta comunque una possibilità concreta, soprattutto se la società deciderà di puntare su un tecnico esperto e di carisma.

Più defilata ma affascinante l’ipotesi Raffaele Palladino, reduce dalla parentesi a Firenze e stimato dal direttore tecnico François Modesto, che lo conosce bene dai tempi di Monza. Il suo ingaggio sarebbe sostenibile e il suo sì arriverebbe in un attimo, nel caso la Juve optasse per un progetto di ricostruzione a medio termine. Sullo sfondo agisce Damien Comolli, uomo forte dell’area dirigenziale, la cui nomina ad amministratore delegato sarà ratificata il 7 novembre.

Sarà lui a guidare la riflessione più profonda: in casa Juve si parla di “settimana decisiva”, perché tra Champions e campionato si deciderà il destino della panchina. La sconfitta contro il Como ha acceso l’allarme rosso e reso instabile la posizione di Tudor, chiamato a invertire la rotta immediatamente. Il tecnico croato, scelto per dare continuità dopo Thiago Motta, ora si gioca tutto in due partite.

Il fantasma di Motta e il peso dei contratti

Non è da escludere un clamoroso ritorno di Thiago Motta, ancora legato contrattualmente alla Juventus fino al 2027 e a bilancio per circa 15 milioni di euro complessivi. L’italo-brasiliano, che ha rifiutato il Monaco, rappresenta una soluzione “in casa” e gradita a parte della dirigenza.

Motta aveva costruito una squadra più solida, con un punto in più e zero sconfitte rispetto a oggi: numeri che pesano nelle valutazioni. Tudor, invece, ha da poco rinnovato fino al 2027 (con opzione per il 2028), ma rischia seriamente di non arrivare al 2026 se non dovesse reagire subito.

Igor Tudor (LaPresse) Ilovepalermocalcio

Scenari aperti: la Juve cerca stabilità

Il club bianconero non può permettersi un altro errore dopo l’esonero di Motta e pianifica ogni passo con prudenza. Le opzioni sul tavolo restano molte: dai tecnici d’esperienza come Spalletti e Mancini, alle piste straniere che portano a Marco Rose o Edin Terzic, fino alla suggestione giovane di Palladino.

Per ora, però, il destino è ancora nelle mani di Tudor. Servono risultati e segnali di crescita immediati, altrimenti il viaggio di Madrid rischia di essere l’ultimo da allenatore della Juventus.