Gazzetta dello Sport: “Udine, il giorno più lungo. I cecchini a difesa di Israele”
Udine come una città fantasma. Per un pomeriggio intero, il centro sarà svuotato e silenzioso. Come racconta Roberto Maida sulla Gazzetta dello Sport, l’allerta massima per la manifestazione Pro-Palestina ha spinto negozi e ristoranti ad abbassare le saracinesche, i tassisti a sospendere il servizio e i residenti a restare a casa.
Le auto private saranno vietate nel cuore della città, dove per oltre due chilometri si snoderà il corteo dei manifestanti. L’accordo di pace in Medio Oriente non ha placato le tensioni: ieri, una trentina di attivisti si è presentata persino davanti alla sede romana della Federcalcio, chiedendo che la partita Italia-Israele non si giochi.
Sicurezza senza precedenti
La Gazzetta dello Sport riferisce che la macchina della sicurezza predisposta dal Viminale è imponente: 1.000 agenti tra polizia, carabinieri, esercito e forze speciali.
L’area intorno allo stadio è stata dichiarata zona rossa, con varchi controllati, metal detector, raggi X e perquisizioni manuali.
Persino il benzinaio vicino all’albergo della nazionale israeliana ha dovuto chiudere per motivi di sicurezza. Lì, oltre a due posti di blocco, è stato posizionato anche un cecchino sul tetto. Altri tireranno da copertura sugli edifici attorno al Bluenergy Stadium, mentre elicotteri sorvolano la città già da due giorni.
Stadio sotto controllo, ma clima teso
Solo i possessori di biglietto — circa 9.000 persone — potranno avvicinarsi ai cancelli, ma i controlli saranno lenti e severi: ogni varco ha un solo nastro per le perquisizioni.
Come sottolinea Maida sulla Gazzetta dello Sport, non si esclude che tra gli spettatori possano esserci manifestanti infiltrati, e che l’inno israeliano venga fischiato. Tuttavia, le autorità ritengono che i rischi maggiori siano fuori dallo stadio, dove le “frange violente” potrebbero approfittare del corteo per creare disordini.
Le reazioni politiche
La vigilia è stata agitata anche da polemiche istituzionali. Il governatore del Friuli Massimiliano Fedriga ha criticato duramente i promotori della manifestazione:
«C’è chi vuole creare tensione a prescindere. Lo sport deve unire, non dividere. Dispiace che si cavalchi la protesta anche mentre è in corso un processo di pace».
Il sindaco di Udine Alberto Felice De Toni, invece, ha deciso di non andare allo stadio, ma ha espresso fiducia nel carattere pacifico del corteo:
«Il mio sogno è ospitare un giorno una partita tra Israele e Palestina».
Israele in campo
La nazionale israeliana vive questa trasferta sotto scorta continua. Il suo giocatore più rappresentativo, Manor Solomon, ha commentato con lucidità la situazione:
«Siamo abituati a giocare in queste condizioni. Sappiamo di avere tutti contro».
Una frase che sintetizza perfettamente il clima di tensione che accompagna una partita mai così sorvegliata.
