MODENA – A Modena lo chiamano “l’osso per il brodo”, ma oggi nessuno lo considera più un semplice contorno. Come sottolinea Stefano Ferrari sul Corriere dello Sport, Checco Di Mariano è diventato in poche settimane un simbolo della squadra di Sottil, un giocatore che ha conquistato i tifosi con carattere, corsa e continuità.

Fino a meno di due mesi fa, il suo nome era legato soprattutto alla trattativa che aveva portato Antonio Palumbo al Palermo. Di Mariano, parte del conguaglio da due milioni di euro versati dai rosanero, era visto come un elemento di scambio. Ma oggi, come scrive Stefano Ferrari sulle pagine del Corriere dello Sport, è diventato una pedina imprescindibile del Modena primo in classifica.

Luci della ribalta

Niente clamore, niente numeri scintillanti, niente gol da copertina: Di Mariano si è guadagnato il rispetto del “Braglia” con il lavoro e la dedizione. «Una vita da mediano», direbbe qualcuno nato da queste parti. Eppure, racconta il Corriere dello Sport, Checco è molto di più. È stato subito titolare appena possibile, già durante le prime giornate estive, diventando la prima scelta in attacco attorno alla quale ruotano Gliozzi, Mendes e Defrel.

La sua imprevedibilità ha addirittura messo in ombra Beppe Caso, considerato il più rapido e tecnico della rosa, rimasto però ai margini dopo il mancato passaggio all’Empoli. Una concorrenza interna che ha reso Sottil ancora più convinto: in questo momento, nessuno fa meglio di Di Mariano.

Il ritorno del cuore

Come riporta Stefano Ferrari sul Corriere dello Sport, adesso per Checco arriva la partita più speciale: contro il Palermo, la squadra della sua città, nello stadio dove è cresciuto e che continua a considerare casa. Un incrocio pieno di significato, non solo sportivo ma anche emotivo.

Il match tra Modena e Palermo sarà il suo personale testa a testa con il passato, un confronto diretto anche con Palumbo, protagonista del percorso inverso e oggi pilastro del centrocampo rosanero. Due destini incrociati, due storie diverse, ma unite da un filo comune: quello del riscatto.

Come conclude Stefano Ferrari sul Corriere dello Sport, sarà una sfida tra due squadre ambiziose e tra due uomini che, in modi opposti, rappresentano la forza di chi non ha mai smesso di crederci.