Palermo-Sondrio 4-0. Inzaghi avverte: «Il vento è cambiato, non si guarda più in faccia nessuno»
Il Palermo supera il Sondrio per 4-0 nella terza amichevole estiva del ritiro di Châtillon. Una gara utile per testare condizione e meccanismi tattici, ma anche per mandare messaggi chiari. Lo ha fatto Pippo Inzaghi, che nel post partita non si è nascosto, parlando con schiettezza di ambizioni, atteggiamento e identità.
«Sono contento. Queste amichevoli lasciano il tempo che trovano. Le gambe sono pesanti ma bene il gioco e tutto ciò che sta attorno. Quando le gambe gireranno bene ci divertiremo, se continuerà ad esserci questa attitudine al lavoro».
Poi il tecnico ha parlato del nuovo arrivato Palumbo: «Ha bisogno di lavorare tanto, non so se ci sarà nelle prossime partite. La trattativa è stata più lunga del previsto e quindi avrà bisogno di tempo».
I rosa sono considerati tra i favoriti, ma per Inzaghi i nomi non bastano: «Il Palermo ogni anno ha una corazzata, ma i nomi non bastano: lo dimostrano gli ultimi tre anni. Bisogna correre alla pari degli altri ma non sono preoccupato. Voglio quest’impegno fino a maggio o giugno. Chi non ha l’atteggiamento giusto può andar via».
Sullo stato degli infortunati: «Gli assenti stanno recuperando bene. Magnani potrebbe esserci domenica. Non ha senso correre rischi in ritiro. Ci sono anche tanti Primavera e potrebbero giocare».
Inzaghi non dimentica i tifosi presenti anche sotto la pioggia: «Hanno azzerato tutto e tocca a noi portarli dalla giusta parte. Con questo atteggiamento possiamo toglierci grandi soddisfazioni».
Sul centrocampo e le gerarchie interne: «Gomes può dare di più? Tutti possono dare di più. Per noi è importantissimo e sono contento che sia rimasto. Ho tante alternative e sono contento così. Mi piace veder pressare forte i nostri attaccanti».
Infine, un passaggio chiave sul clima nello spogliatoio: «Il vento è cambiato, non si guarda più in faccia nessuno. Ancora non ho dato neanche una multa ed è un bel segnale. La società ci accontenta. Oggi sono arrivati anche Galassi e Gardini e le loro parole sono state di sprono. Palermo è una realtà incredibile anche per me che ho calcato palcoscenici importanti. Giocare al “Barbera” non può essere una pressione. Nessuno ha la nostra società e dobbiamo quindi dimostrarci all’altezza».
Chiusura con un’ultima riflessione sul gruppo: «Non conoscevo nessun giocatore di questa squadra. Alleno quelli che la società mi mette a disposizione, ma se facessimo l’errore di pensare che siamo una corazzata faremmo un passo indietro. Per vincere non bastano i nomi ma conta correre più degli altri».
