Un punto fermo, un trascinatore silenzioso, un uomo squadra. Pietro Ceccaroni è pronto a prendersi sulle spalle il nuovo Palermo targato Inzaghi e Osti, con la determinazione e il carisma che lo contraddistinguono da sempre. Dopo un’annata in cui, pur nel grigiore generale, è riuscito a brillare sul piano personale, il difensore classe ’95 si prepara alla sua terza stagione in rosanero, con l’obiettivo dichiarato: tornare in Serie A.

Come racconta Alessandro Arena sulle colonne del Giornale di Sicilia, il rendimento dell’ex Venezia ha vissuto un’impennata nell’ultima stagione, complicata per molti ma non per lui. Ceccaroni è riuscito a imporsi con prestazioni solide e duttilità tattica, adattandosi con efficacia sia come terzino sinistro nella difesa a quattro, sia da braccetto nella linea a tre. Insidioso in fase di spinta, solido nelle letture difensive, ha dimostrato una maturità tale da diventare il miglior interprete del Palermo di Dionisi.

Nella sua prima annata era stato penalizzato da un rientro troppo affrettato dopo l’infortunio e da un sistema di gioco sbilanciato. Ma nel 2024/25 è arrivata la svolta. Come sottolinea ancora Arena sul Giornale di Sicilia, Ceccaroni è oggi l’unico difensore rosanero capace di garantire la stessa efficacia su entrambe le fasi del gioco, qualità rara che lo rende imprescindibile.

La società lo sa bene: non a caso, nel clima di restaurazione che sta investendo la rosa, la sua conferma non è mai stata in discussione. Con l’arrivo di Augello sulla fascia e la presenza di Brunori più avanzato, si intravede la possibilità di creare un asse di sinistra potenzialmente devastante.

Infine, sono due episodi a raccontare più di mille parole la sua capacità di trascinare i compagni: il gol da esterno mancino contro il Südtirol e il rigore guadagnato nel finale con il Brescia. Due lampi di grinta, tecnica e consapevolezza.

Come conclude Alessandro Arena sul Giornale di Sicilia, Ceccaroni rappresenta l’identikit perfetto del nuovo Palermo: concreto, ambizioso e pronto a conquistare ciò che da troppo tempo sfugge.