Repubblica: “Pohja macchina da gol. Per il finlandese una media da primato”

Pensi alla freddezza dei finlandesi, poi guardi il selfie sotto la curva dei tifosi rosanero scattato da Joel Pohjanpalo a Empoli — petto nudo, pugno alzato, urlo liberatorio — e capisci subito, come racconta Valerio Tripi su Repubblica Palermo, che nel suo bagaglio genetico c’è spazio anche per una vena decisamente più impetuosa. Un’esultanza cinematografica, quasi alla The Mask, ben distante dal volto disperato del Munch evocato dal celebre “Urlo”.

Quella gioia arriva dopo il 3-1 di Empoli, un successo che rilancia prepotentemente le ambizioni del Palermo nella corsa alla Serie A. Eppure anche Pohjanpalo, ricorda Valerio Tripi nelle pagine di Repubblica Palermo, ha attraversato una fase di difficoltà: cinque partite senza gol, un’anomalia per un attaccante che finora non si era mai preso più di tre gare di pausa tra una rete e l’altra. Una siccità già vissuta nella scorsa stagione, ma allora arrivò a campionato compromesso, dopo aver segnato 9 gol nelle prime 9 partite.

Oggi, invece, la musica è cambiata. Dopo 15 giornate Pohjanpalo è già in doppia cifra: due doppiette, una tripletta e firme decisive contro Reggiana, Spezia ed Entella. Dieci gol che diventano diciannove se si considera l’intero periodo rosanero, con 31 presenze complessive tra campionato, coppa e playoff e una media devastante di 0,6 gol a partita, come sottolinea ancora Valerio Tripi sul Repubblica Palermo.

Con la rete di Empoli, il finlandese ha allungato a +3 il vantaggio su Massimo Coda, bomber storico della Serie B che venerdì arriverà al Barbera con la Sampdoria. Un confronto che mette in luce un dato impressionante: Coda ha segnato 142 reti in 329 gare, Pohjanpalo 60 in 99 partite del campionato cadetto. Numeri che certificano la stessa media, ma con un’efficienza che nessuno, dal 1929 a oggi, ha mostrato in così poche presenze.

A Empoli il finlandese ha sfoggiato tutto il repertorio: precisione, presenza in area, tempismo. Ha raddoppiato il vantaggio di Le Douaron arrivando puntuale sul secondo palo dopo la sponda di Ceccaroni, approfittando dell’incertezza della retroguardia toscana. E poco importa se nel finale ha svirgolato un pallone o sbagliato un contropiede a risultato acquisito: il contributo lo aveva già messo in cassaforte.

Il successo di Empoli, evidenzia Valerio Tripi per Repubblica Palermo, non è solo un’iniezione di autostima: è un tesoro di classifica. Con i pareggi di Monza, Cesena e Venezia, il Palermo ha agganciato i lagunari al quarto posto e si è portato a soli cinque punti dalla vetta. Un quadro che rende ancora più pesante il ruggito del capocannoniere.