Non accade tutti i giorni che un allenatore venga ceduto come fosse un giocatore, ma è esattamente quello che è successo con Filippo Inzaghi, passato dal Pisa al Palermo in una vera e propria trattativa tra club. Come racconta Michele Bufalino su SestaPorta.News, l’accordo prevede un indennizzo superiore ai 900mila euro, versato dal club rosanero per liberare il tecnico piacentino e il suo staff. Una cifra considerevole, che in Toscana qualcuno ha definito addirittura “una follia”, ma che da un punto di vista contabile rappresenta un colpo ben riuscito per la società nerazzurra.

La separazione tra Inzaghi e il Pisa è stata tutt’altro che semplice. Lunga, silenziosa e accompagnata da un certo disincanto da parte della tifoseria, è iniziata con l’ipotesi di uno scambio: un giocatore nerazzurro in cambio della rescissione contrattuale del tecnico. Ma le parti non hanno mai trovato l’intesa su un nome che convincesse davvero.

Pisa, operazione economicamente impeccabile

Come sottolinea Michele Bufalino nel suo approfondimento su SestaPorta.News, alla fine ha prevalso la via dell’indennizzo. E non si tratta di un dettaglio trascurabile. Oltre ai 900mila euro incassati, il Pisa evita di sostenere per i prossimi due anni gli stipendi previsti per Inzaghi e il suo staff, portando così il bilancio complessivo dell’operazione – tra entrate e risparmi – a un saldo quasi neutro sul fronte allenatore. Di fatto, il Pisa non ha speso nulla per la promozione in Serie A: un’uscita clamorosa, sì, ma anche sostenibile e strategica dal punto di vista economico.

La dirigenza toscana ha mantenuto il riserbo durante tutta la trattativa. Anche il presidente Giuseppe Corrado, pur interpellato a più riprese, ha scelto di non commentare pubblicamente l’accordo, lasciando che fossero i numeri a raccontare il senso dell’operazione.
Palermo punta su Inzaghi, Pisa volta pagina

Intanto, con l’affare ormai concluso, Filippo Inzaghi si prepara a essere annunciato ufficialmente dal Palermo, mentre il Pisa guarda avanti, alla ricerca del profilo giusto per raccoglierne l’eredità. Come ribadisce Michele Bufalino su SestaPorta.News, l’uscita di Inzaghi non rappresenta una frattura insanabile, ma l’ultimo atto di un rapporto professionale chiuso in modo pragmatico, nel segno della convenienza economica.