“HA PICCHIATO LA MOGLIE”: esplode il caso in campionato, la denuncia del calciatore

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Un brutto caso, che andrà chiarito.

Il tema della violenza sulle donne trova purtroppo spazio anche nel mondo del calcio, un settore che dovrebbe rappresentare valori di rispetto, inclusione e solidarietà. Le cronache recenti hanno mostrato come diversi calciatori, in vari contesti, siano stati coinvolti in episodi di violenza domestica o comportamenti offensivi nei confronti delle donne. Situazioni che scuotono non solo l’opinione pubblica, ma anche la credibilità stessa dello sport più seguito al mondo.

Il calcio, con la sua enorme visibilità, ha una responsabilità sociale enorme. Quando un giocatore commette violenza o atteggiamenti discriminatori, l’impatto mediatico è devastante e rischia di normalizzare condotte inaccettabili. Al contrario, club e federazioni dovrebbero diventare protagonisti attivi nella prevenzione, adottando politiche chiare e sanzioni immediate nei confronti di chi non rispetta i principi fondamentali di dignità umana.

Esistono anche esempi positivi, con calciatori e società che hanno preso posizione pubblicamente contro la violenza di genere. Campagne di sensibilizzazione, maglie speciali e iniziative benefiche rappresentano strumenti importanti per dare voce a chi non riesce a difendersi e per educare le nuove generazioni. Quando i campioni parlano, il messaggio arriva più forte e più lontano.

Il calcio può e deve essere un veicolo di cambiamento culturale. Non basta condannare i casi di violenza quando emergono: occorre promuovere una cultura del rispetto quotidiana, dentro e fuori dal campo. Solo così lo sport potrà davvero contribuire a combattere la violenza sulle donne, trasformando la propria popolarità in un’arma di civiltà.

La lite e l’esclusione

A Marsiglia non si placa il caso che vede protagonisti Adrien Rabiot e Jonathan Rowe. Dopo la furiosa lite esplosa negli spogliatoi al termine della sconfitta con il Rennes, i due sono stati esclusi dalla rosa e messi sul mercato. Medhi Benatia, direttore sportivo e volto noto anche in Serie A, ha definito l’episodio senza precedenti: «In 17-18 anni di carriera non ho mai visto nulla di simile».

La decisione del club ha scosso l’ambiente e alimentato polemiche, con la squadra che si trova ora a gestire un clima teso sia dentro che fuori dal campo. L’esonero tecnico rischia di trasformarsi in una vera frattura tra società e giocatori.

Rabiot
Rabiot – fonte lapresse – ilovepalermocalcio

L’attacco di Veronique Rabiot

Ad alimentare ulteriormente la vicenda sono arrivate le parole di Veronique Rabiot, madre e agente del centrocampista. Intervistata da La Provence, ha accusato l’OM di doppi standard: «Greenwood ha avuto una seconda possibilità dopo aver picchiato la moglie, perché mio figlio no?».

La donna ha contestato anche il termine “violenza inaudita” usato dal presidente Pablo Longoria, ricordando che non ci sono stati feriti e chiedendo la pubblicazione del filmato dell’accaduto. Infine ha denunciato il trattamento riservato al figlio, definendolo «insopportabile» dopo i sacrifici e l’impegno mostrati nella scorsa stagione.