Davanti agli occhi del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e di oltre 32 mila spettatori, Palermo e Frosinone si dividono la posta in palio al “Barbera”. Una partita intensa, chiusa sullo 0-0, che – come racconta Fabrizio Vitale sulla Gazzetta dello Sport – ha visto un primo tempo di marca ciociara e una ripresa dominata dai rosanero, fermati però da sfortuna e legni.

Il Palermo non vince le prime due partite di Serie B dal lontano 1964 e, nonostante la spinta del suo pubblico, deve fare i conti con i pali colpiti da Pohjanpalo. «Due legni che raccontano meglio di tante parole la partita dei rosanero», sottolinea Vitale sulla Gazzetta dello Sport.

Il primo tempo ha visto un Frosinone coraggioso e intraprendente, capace di imbrigliare la squadra di Inzaghi con pressing a uomo e movimenti continui. Calò ha tolto ossigeno a Ranocchia, Marchizza ha annullato Brunori, mentre Anthony Oyono e Ghedjemis hanno messo in difficoltà la corsia sinistra del Palermo. Tra il 24’ e il 31’ gli ospiti sono andati tre volte al tiro con Koutsoupias e Barcella, trovando però un Joronen sempre pronto.

Nella ripresa il copione è cambiato. Guidato da Ranocchia, il Palermo ha spinto con più convinzione: al 52’ Pierozzi ha servito un cross perfetto per Pohjanpalo, che di destro ha colpito il palo. Poi, al 35’, due episodi in rapida successione: la traversa respinge un colpo di testa ancora del finlandese e, sul corner seguente, Palmisani si salva sul tentativo olimpico di Palumbo.

Il Frosinone, osserva ancora Vitale sulla Gazzetta dello Sport, ha comunque confermato solidità e coraggio, resistendo fino alla fine con ordine nonostante l’emergenza difensiva che ha costretto Alvini a schierare la coppia centrale Gelli-Bracaglia.

Alla fine, il punto serve a entrambe: ai ciociari come iniezione di fiducia dopo il successo sull’Avellino, al Palermo come conferma di solidità, pur tra i rimpianti per una vittoria sfumata.