DAZN e Sky, stretta contro la pirateria: maxi richieste di risarcimento agli utenti del “pezzotto”
La lotta alla pirateria entra in una nuova fase. Dopo le multe inflitte lo scorso anno dalla Guardia di Finanza di Lecce a oltre duemila persone per l’utilizzo di servizi IPTV illegali — il cosiddetto “pezzotto” — ora arrivano anche le richieste di risarcimento civile da parte dei colossi televisivi DAZN e Sky.
Dall’operazione della Finanza ai risarcimenti
Tutto è partito da una vasta indagine coordinata dalla Procura di Lecce, che aveva portato allo smantellamento di una rete organizzata capace di diffondere illegalmente i contenuti di piattaforme come Sky, Netflix e DAZN.
Gli investigatori avevano individuato una centrale di trasmissione clandestina nel capoluogo salentino, capace di alimentare migliaia di abbonamenti irregolari a pagamento. Il giro d’affari illecito superava i 500.000 euro, reinvestiti in beni immobili, auto e contanti poi sequestrati.
Quattro persone della provincia di Lecce furono denunciate per violazione del diritto d’autore e autoriciclaggio, ma la vera svolta riguardò gli utenti finali. In tutto, 2.282 persone in 80 province italiane furono identificate e multate: pagavano in media 10 euro al mese per accedere a contenuti protetti da copyright. Le sanzioni, di natura amministrativa, erano state considerate “lievi”, ma il quadro oggi cambia radicalmente.
La nuova offensiva legale
DAZN e Sky, in quanto parti lese, hanno chiesto alla magistratura di ottenere la lista completa degli utenti sanzionati. Dopo il via libera della Procura, le due piattaforme hanno avviato un’azione civile autonoma per chiedere risarcimenti economici ai responsabili della visione illegale.
La mossa più decisa è arrivata da DAZN, che ha inviato circa duemila lettere agli utenti coinvolti nell’operazione. Nelle comunicazioni ufficiali — riferite al procedimento penale n. 7719/22 R.G.N.R. — la società accerta l’utilizzo illecito del servizio IPTV per la visione delle partite di Serie A e offre una soluzione extragiudiziale: un versamento di 500 euro come indennizzo forfettario, a condizione che l’utente si impegni formalmente a non reiterare comportamenti simili.
Il tempo concesso per accettare la proposta è di soli sette giorni dalla ricezione della lettera. In caso di mancato pagamento, DAZN si riserva di avviare azioni legali per danni che, secondo il CEO Stefano Azzi, potrebbero arrivare fino all’equivalente di dieci anni di abbonamento regolare.
Una stretta senza precedenti
L’operazione salentina, parte di un piano di contrasto nazionale alla pirateria audiovisiva, segna un cambio di passo: non solo i gestori delle reti clandestine, ma anche i consumatori finali finiscono ora nel mirino.
Secondo stime aggiornate, da inizio anno sono già 2.500 gli utenti italiani sanzionati per accesso a contenuti pirata, mentre altri 3.000 risultano in fase di identificazione.
La linea è chiara: la pirateria non sarà più considerata un “reato minore”. Le piattaforme intendono far valere i propri diritti fino in fondo, puntando a una strategia di deterrenza economica che possa scoraggiare definitivamente l’utilizzo del pezzotto.
