Dall’Inter ai debiti: “Costretto a lavorare in un bar” | Il campione nerazzurri ammette tutto

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Inter - fonte lapresse - ilovepalermocalcio

Non sempre è tutto rose e fiori.

La carriera di un calciatore può sembrare un sogno dorato, fatta di contratti milionari e lusso. Ma dietro le luci dei riflettori si nasconde una realtà meno patinata: molti ex giocatori, una volta appesi gli scarpini al chiodo, si trovano in difficoltà economiche. Abituati a guadagni elevati e a un tenore di vita spesso fuori scala, faticano ad adattarsi alla normalità dopo il ritiro.

Errori di gestione, investimenti azzardati e cattivi consiglieri sono tra le cause più comuni. Alcuni affidano il proprio patrimonio a persone poco competenti o fin troppo interessate, altri spendono senza misura, convinti che i soldi non finiranno mai. Quando la carriera finisce, però, il flusso di denaro si interrompe bruscamente e il patrimonio accumulato, se non protetto, si dissolve rapidamente.

Molti calciatori trascurano la formazione e la preparazione per la “seconda vita”. Senza un piano alternativo, si ritrovano disorientati e privi di prospettive. È un passaggio psicologicamente complesso, dove la mancanza di stimoli e di stabilità economica può trasformarsi in un circolo vizioso difficile da spezzare.

Oggi sempre più club e federazioni promuovono programmi di educazione finanziaria, per aiutare i giocatori a gestire con lucidità il proprio denaro. Perché il talento in campo può aprire molte porte, ma solo la consapevolezza può garantire che restino aperte anche dopo il fischio finale.

Dalle difficoltà all’inizio del sogno

Prima di diventare un simbolo di grinta e carattere con 367 presenze in Serie A, Radja Nainggolan ha conosciuto la povertà e la fatica. Ospite del podcast Take A Seat, il 37enne ex centrocampista belga ha raccontato un’infanzia segnata da difficoltà economiche: «Non c’erano soldi, solo debiti. Indossavo gli stessi vestiti per giorni e me ne vergognavo».

Abbandonato dal padre, fuggito in Indonesia, Radja è cresciuto con la madre, costretta a chiedere al proprio avvocato il permesso per ogni minima spesa. Da adolescente, lavorava anche illegalmente in un bar pur di contribuire al bilancio familiare.

Radja Nainggolan/ fonte Lapresse- ilovepalermocalcio.com

L’approdo in Italia e la scalata

A 16 anni è arrivato in Italia con un obiettivo chiaro: aiutare la madre. Con il primo contratto al Piacenza guadagnava 1.400 euro al mese, di cui più della metà la mandava a casa. Vivendo con altri ragazzi e un tutore, ha imparato presto il valore del sacrificio.

La svolta è arrivata nel 2010 con il trasferimento al Cagliari: «Il mio secondo contratto era di tremila euro, ma non è stato facile imporsi». Poi la crescita, i riflettori e i guadagni milionari. «Ho sprecato tanti soldi, soprattutto per gli amici – ha ammesso –. Quando guadagni di più, tendi a vivere sempre al limite. Gestirsi non è mai facile». Una lezione amara, ma autentica, di vita e di calcio.