Lascio il calcio, mia moglie si è spenta: Juve, tragedia improvvisa per la “leggenda” | Club commosso

Juventus Stadium (LaPresse) Ilovepalermocalcio

Ha deciso di lasciare il calcio: la moglie si è spenta. Tragedia improvvisa in casa Juventus. Club commosso.

Ci sono storie che sembrano uscite da un film: un ragazzo, che lavora come falegname, viene notato per caso e il giorno dopo si ritrova in Serie A. Un sogno che diventa realtà in un attimo, senza passare dai riflettori del calcio giovanile. Quel ragazzo ha vinto tutto, in Italia e nel mondo, ma la vita gli ha presentato conti ben più amari.

Dopo aver lasciato il calcio giocato, si è trasferito in Valle d’Aosta, in un piccolo comune di 400 abitanti. Durante la pandemia, è tornato a fare quello che conosceva da sempre: impregnare il legno, montare finestre, aiutare gli artigiani del posto. La semplicità è rimasta la stessa di quando si alzava all’alba per andare in officina.

Aveva iniziato a 13 anni, spinto dalla voglia di essere indipendente. A scuola non andava volentieri, a differenza del fratello, e lavorare era la via più diretta per costruirsi qualcosa. Il calcio era una passione, certo, ma nemmeno lui immaginava che potesse diventare la sua vita. Eppure, accadde davvero.

Un’amichevole con la Juventus, una tournée in Giappone, e poi il contratto firmato sul cofano di una macchina. Il passaggio da due a ottanta milioni di lire era stato improvviso, surreale. Ma accanto a lui c’era sempre Barbara, la ragazza conosciuta a 15 anni, mentre serviva caffè al bar dei suoi genitori. Un colpo di fulmine, il primo amore diventato compagna di vita.

La malattia

Barbara si è ammalata poco prima di Natale, nel 2010. Una febbre costante, una stanchezza insolita. Nessuno pensava a qualcosa di grave, e invece arrivò la diagnosi: leucemia. Dopo gli esami, il ricovero fu immediato. La vita si fermò, le priorità cambiarono, tutto diventò fragile, improvviso, spiazzante.

Dopo settimane di controlli, i medici parlarono chiaro: le possibilità di guarigione erano ridottissime. E allora decise di non dire nulla. Non a lei, non ai figli, non alla famiglia. Voleva proteggerli, non togliere la speranza. Preferì tenerla dentro, convivere con il peso della verità da solo, finché poté.

Juventus – fonte LaPresse – ilovepalermocalcio

Il ricordo del giocatore

Solo dieci giorni prima della fine, Moreno Torricelli trovò il coraggio di raccontare tutto. Barbara era riuscita a tornare a casa dopo il trapianto, a godersi un mese e mezzo di normalità. La portò in montagna, sperando fosse un nuovo inizio. Ma la malattia tornò e, stavolta, non lasciò più scampo.

Torricelli ha raccontato quel dolore ai microfoni del corriere.it, con la forza di chi ha visto la vita cambiare in un attimo. Non ha mai dimenticato il campo, ma oggi il calcio è solo una parte del suo viaggio.