Un anno di pausa dopo il primo salto in Serie B, un taccuino pieno di appunti raccolti tra Marsiglia e Como, e ora una nuova avventura in panchina. Alberto Aquilani riparte dal Catanzaro, squadra che da due stagioni sfiora la Serie A. Lo fa con umiltà, con entusiasmo, ma soprattutto con la determinazione di chi non vuole più fermarsi.
In un’intervista concessa a Nicola Binda per la Gazzetta dello Sport, l’ex centrocampista della Nazionale racconta il suo percorso di allenatore, il legame con Iemmello e le ambizioni per il futuro.
«Non sono stato in vacanza», chiarisce subito Aquilani a Gazzetta dello Sport. «Ho studiato molto, ho seguito Fabregas al Como e De Zerbi a Marsiglia. Sono stati confronti utili, entrambi molto disponibili. Il tempo libero l’ho speso per crescere».
Ora il tempo è scaduto. Il Catanzaro lo ha aspettato e lo accoglie come la scelta giusta al momento giusto: «Ci eravamo già cercati un paio di volte, ma questa era l’occasione ideale. Stavolta è andata».
Un ruolo, quello dell’allenatore, che Aquilani ha costruito passo dopo passo. Dopo il ritiro dal calcio giocato a soli 35 anni – alle spalle esperienze con Roma, Liverpool, Sporting Lisbona e 38 presenze in azzurro – ha vinto con la Primavera della Fiorentina, per poi cimentarsi in Serie B a Pisa: «Lì ho imparato tanto. È stata una stagione complicata, ma formativa. Avevo tanti infortuni, non era la stessa squadra che poi Inzaghi ha portato in A. Non voglio alibi, ma va chiarito».
Su Catanzaro le idee sono chiare, ma senza integralismi: «Non sono talebano. Aspetto di avere la squadra al completo, ma di certo voglio una squadra che proponga. Oggi serve coraggio e bisogna saper fare tutto».
Al suo fianco ci sarà Pietro Iemmello, capitano e simbolo del club: «Abbiamo giocato insieme a Sassuolo. Lo stimo molto, è legatissimo alla città e ha avuto un ruolo anche nella mia scelta. Per Catanzaro è come Totti a Roma, con le dovute proporzioni…».
A chi gli chiede cosa rappresenti questa nuova tappa, Aquilani risponde a Gazzetta dello Sport con sincerità: «Credo di aver fatto sempre i passi giusti. Ora ho più esperienza e le idee più chiare. Voglio portare entusiasmo e fare bene, ma so che contano sacrificio e lavoro».
La Serie B 2024/25 si preannuncia difficile. Palermo, Venezia, Spezia, Empoli, Bari sono tra le favorite, ma Aquilani predica attenzione: «La B è una trappola. Chi parte per vincere rischia anche di retrocedere. Dobbiamo stare sul pezzo e costruire un percorso come fatto da chi ci ha preceduto».
Sul mercato ha idee precise: «Ci servono un paio di esterni offensivi, gente motivata. Ora lavoriamo sui principi, poi vedremo come giocare».
Infine, una battuta su un collega che affronterà volentieri: «Ignazio Abate. Speriamo di incontrarci presto».
Dopo un anno di riflessione, Alberto Aquilani riparte con umiltà e consapevolezza. Il Catanzaro ci crede, lui anche. E come dice lui stesso: «Le parole non bastano, ci vuole voglia». Così racconta Nicola Binda sulla Gazzetta dello Sport, in un’intervista che segna il nuovo inizio di una carriera che vuole continuare a sorprendere.
