Gazzetta dello Sport: “Sprofondo Brescia. Città in ginocchio, Cellino lascia. Ma c’è chi spera nel caso Reggina”

L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” si sofferma sul Brescia che sprofonda in C e Cellino pronto a lasciare.

Una notte di follia prevedibile ma anche difficilmente contenibile. Dopo la sbornia di violenza cieca scatenata dagli ultrà per una retrocessione in Serie C dopo 38 anni, Brescia si sveglia con le ossa rotte e un terribile mal di testa. Il bilancio è pesante: otto poliziotti e due steward feriti, cinque auto danneggiate. In totale sono cinque i tifosi fermati al momento, ma gli inquirenti stanno passando al setaccio tutte le immagini disponibili per individuare altri responsabili dei disordini. C’è poi il contraccolpo morale e d’immagine che mette in ginocchio tutta una città, proprio nell’anno in cui Brescia, insieme a Bergamo, è Capitale italiana della Cultura. Il prefetto di Brescia, Maria Rosaria Laganà, ha parlato di «vergogna» mentre il questore, Eugenio Spina, ha assicurato che «si stanno valutando tutti i filmati per intervenire». La sindaca, Laura Castelletti, ha condannato «le scene vergognose, che non c’entrano nulla con lo sport» e ha auspicato che «i responsabili vengano assicurati alla giustizia». Mentre il presidente della Lega B, Mauro Balata, si sente «avvilito e profondamente scosso: questa categoria si è sempre distinta per l’assenza di aggressioni e discriminazioni. Mi sento sconfitto».

Gli antefatti Prevedibile, si diceva, l’esplosione di rabbia della curva. Assolutamente sì. Al vaglio degli inquirenti anche la possibilità che l’assalto fosse stato premeditato. In settimana i campanelli d’allarme erano leggibili negli striscioni comparsi sotto la sede del club e in vari altri punti visibili della città con la scritta “Cellino vattene!”. E quel blitz dopo Brescia-Genoa 0-3 del 18 marzo con gli ultras che lasciavano la curva prima della fine della partita e sfondavano un cancello alla caccia del presedente che in quel momento era in segreteria. Dando per scontate multa e sospensione della curva e dello stadio in formato mega, potrebbe arrivare anche una pesante penalizzazione nel prossimo campionato di C. Il presidente Cellino sembra ormai deciso a vendere il club. Ma con quale appeal economico viste queste premesse? In città, comunque, c’è ancora un minimo di speranza di evitare la Lega Pro, legata alle vicende della Reggina e della sua battaglia in tribunale per salvare il club dai debiti, dopo che l’Agenzia delle Entrate (che attende i 15,4 milioni di tasse accumulate fino a dicembre 2022, più quelle del 2023) si è opposta al piano di ristrutturazione. Su questo tema c’è una sorta di battaglia politica, con tanto di interrogazioni parlamentari che attendono risposte.

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