Il Mattino: “Avellino-Palermo, il pari non basta: Biancolino meritava la vittoria”

AVELLINO – L’ultimo atto al Partenio Lombardi di un 2025 fin qui da incorniciare va in archivio con una prestazione di altissimo livello, una delle migliori dell’Avellino dal ritorno in Serie B. Una gara brillante, intensa, capace di far stropicciare gli occhi per oltre settanta minuti, ma che nel finale ha seriamente rischiato di trasformarsi in un incubo. È il racconto dettagliato di Marco Ingino sulle colonne de Il Mattino di Avellino.

Una prova che ha acceso più volte la Curva Sud, trascinando i dodicimila del Partenio Lombardi in una meritata standing ovation. Tutto perfetto, almeno fino al tremendo uno-due del Palermo, arrivato con la complicità del Var e dell’arbitro Galipò. A evitare una beffa natalizia è stata la girata di Palumbo, l’uomo meno atteso, capace di rimettere tutto in equilibrio e salvare il risultato, come sottolinea Marco Ingino su Il Mattino di Avellino.

La sfida, sulla carta, aveva il sapore di Davide contro Golia. Da una parte la corazzata rosanero costruita dal City Football Group dello sceicco Mansour, proprietario anche del Manchester City; dall’altra un Avellino assemblato con risorse limitate e identità tutta italiana. Anche in panchina il confronto sembrava impari: l’esordiente Biancolino contro un tecnico pluridecorato come Inzaghi, capace di conquistare la Serie A con Benevento, Pisa e Venezia. Eppure, come evidenzia ancora Marco Ingino su Il Mattino di Avellino, per lunghi tratti i valori si sono ribaltati.

L’Avellino, schierato quasi in modo speculare, ha palleggiato dal basso con sicurezza e personalità, mentre il Palermo ha provato a imporre la propria superiorità affidandosi più alle individualità che al collettivo. Un tema emerso fin dalle prime battute: rosanero aggressivi, biancoverdi inizialmente compatti dietro la linea della palla, ma pronti a costruire dal basso per attirare la pressione e colpire in ripartenza.

Una strategia che ha pagato con il passare dei minuti. Palmiero e compagni hanno guadagnato campo e fiducia, nonostante una prima fiammata rosanero nata da un’incursione di Fontanarosa, abile nell’inserimento ma ingenuo nell’ultimo passaggio. Episodi che hanno preceduto il primo vero intervento di Joronen su Palmiero, preludio al vantaggio: salvataggio miracoloso di Fontanarosa su Le Douaron e, subito dopo, la combinazione tra Sounas e Missori che ha liberato Biasci al gol.

Un vantaggio meritato che l’Avellino avrebbe potuto incrementare prima dell’intervallo e poi nella ripresa, quando Tutino ha sprecato una clamorosa occasione in solitaria e Biasci ha sfiorato il raddoppio con un rasoterra neutralizzato a fatica da Joronen. Il copione sembrava scritto, ma come spesso accade, il calcio riserva colpi di scena improvvisi.

Nel quarto d’ora finale il Palermo ribalta tutto, rischiando di rovinare una partita che l’Avellino avrebbe meritato di vincere. Qui emerge la reazione rabbiosa dei biancoverdi, favorita anche dalle scelte offensive di Biancolino, che inserisce Russo, Panico e Lescano. Una risposta da grande squadra, premiata dal pareggio firmato da Palumbo, escluso inizialmente quasi per evitare l’omonimia con il centrocampista rosanero.

Un gol di rara bellezza e di valore enorme, il terzo per Palumbo nella stessa porta dopo Benevento e Reggiana, come ricorda Marco Ingino su Il Mattino di Avellino. Una rete che, complice l’atmosfera natalizia e le maglie Xmas Style, assume i contorni di una magia capace di salvare il Natale dei tifosi biancoverdi e dello stesso Biancolino.