Gazzetta dello Sport: “Baldini, il filosofo del calcio ora guida l’Under 21. Buffon bussa alla sua porta e gli regala l’azzurro”

Silvio Baldini ha aperto la porta di casa a Marina di Massa con un dito ancora infilato tra le pagine di un libro di Rigoni Stern, lo scrittore della montagna e della guerra. Poi il suono del campanello: davanti a lui, Gianluigi Buffon, capo delegazione azzurra. La proposta è diretta, riportata da Francesco Pietrella sulla Gazzetta dello Sport: «Vuoi allenare l’Under 21?».

Una proposta arrivata dopo aver riportato il Pescara in Serie B, risvegliando l’entusiasmo di un gruppo di giovani affamati. Baldini, scrive ancora la Gazzetta dello Sport, è stato una sorta di John Keating dell’Adriatico. Non ha chiesto ai suoi di salire su un banco, ma ha preso in prestito un’antica usanza degli indiani d’America: un bastoncino di legno spezzato da capitan Brosco, poi altri trenta messi in mano al gruppo. «Spezzateli tutti», disse. Impossibile. Il significato? La forza dell’unione.

Buffon l’ha scelto per la sua capacità di parlare ai giovani. L’annuncio è atteso tra oggi e domani. A Pescara ha fatto esordire Antonio Arena, classe 2009, il più giovane a segnare tra i professionisti. A Empoli ha valorizzato decine di talenti, da Di Natale a Maccarone. Visionario, a volte estremo: una volta li fece allenare a torso nudo d’inverno, un’altra bendati. La Gazzetta, ancora a firma Pietrella, racconta che predica meno sermoni e più concentrazione. Solo dopo il 3-0 incassato a Oslo con la Norvegia usò parole forti: «Creano una generazione che non sa più cos’è la bandiera italiana. Se i dirigenti non lo capiscono, andranno avanti i lestofanti».

Anarchico, geniale, imprevedibile. A Coverciano arriva a 66 anni con quasi 900 panchine alle spalle. Da Bagnone alla Serie A. Sette stagioni in silenzio, poi il ritorno quasi gratuito alla Carrarese in C. Quando gli chiesero dove fosse stato, rispose con la frase di Noodles in C’era una volta in America: «Sono andato a letto presto».

Francesco Pietrella, su Gazzetta dello Sport, ricorda anche i suoi momenti più controversi: 67 bestemmie a Empoli, un calcio nel sedere a Di Carlo nel 2007, le frasi a effetto dopo una vittoria contro la Samp: «Se nel 1920 qualcuno avesse ucciso Hitler, oggi il mondo sarebbe diverso».

Oggi, accettare l’azzurro gli permette di allenare e stare vicino a Valentina, sua figlia disabile. È con lei che ha scoperto l’amore incondizionato, ascoltando le sue risate notturne, «perché quando sogna ride in modo diverso».

E poi, il destino. O, come dicono in portoghese, “fado”. Il viaggio lo ha portato alla Nazionale grazie a Gigi Buffon, figlio di Adriano, il primo allenatore che gli fece amare il calcio e con cui pranzava dopo ogni allenamento. «Il figlio giocava in casa», dice oggi. Quel figlio è Buffon. L’azzurro è il suo regalo di Natale.