Repubblica: “Palermo, rider stranieri preda delle baby gang. Cinque aggressioni in 2 mesi”

L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sulle aggressioni a rider stranieri a Palermo.

Prima gli hanno scagliato addosso delle bottiglie di vetro. Gliele hanno spaccate in testa, facendolo cadere dalla bicicletta. Poi, quando era a terra, l’hanno preso a calci e pugni. Sul volto, alle braccia, dritto allo stomaco. Venti contro uno. Il branco contro il singolo. È successo qualche giorno fa ai Quattro Canti a Ishaq Muhammad, pakistano di 23 anni, ospite di “Azad”, il centro per migranti di via Monfenera, a due passi da Ballarò.

Erano le 22,30 e il giovane, come ogni sera, era a bordo della sua bici per fare consegne a domicilio. Muhammad, infatti, è un rider di Glovo e a Palermo — «almeno in centro storico», dice — non si sente al sicuro. Un paradosso per uno che ha lasciato il proprio Paese per non rischiare la vita. Invece nel capoluogo siciliano capita. E il suo non è un caso isolato. Altri quattro ospiti del centro, un altro pakistano e tre bengalesi, sono stati aggrediti negli ultimi due mesi. Tutti — e a questo punto non può essere una coincidenza — rider di Glovo. Tutti derubati dei soldi che avevano addosso. Tutti malmenati dopo essere stati accerchiati da un gruppo di ragazzini. Il copione è sempre lo stesso, l’unica variabile è rappresentata dalla nazionalità degli aggressori. Palermitani a volte, extracomunitari altre. Ma sempre giovanissimi, con un’età media di 14-15 anni.

«Ho avuto paura, i miei amici mi avevano avvisato di non andare in via Maqueda la sera dicendomi che è molto pericolosa, ma avevo una consegna in zona da fare — racconta Muhammad, con addosso ancora i segni delle ferite — Mi hanno colpito ripetutamente, ma sono riuscito a non farmi rubare la bicicletta, che è il mio strumento di lavoro, grazie all’intervento di una ragazza sulla trentina che mi è venuta in soccorso e ha chiamato l’ambulanza, poco prima che arrivassero in mio aiuto gli altri rider, mettendo in fuga i venti balordi: mi hanno rubato tutti i soldi che avevo in tasca, 350 euro». Il ragazzo se l’è cavata con diversi traumi contusivi e con alcune escoriazioni al volto, come si legge nel referto medico del pronto soccorso dell’ospedale Civico. «Mi è andata bene: poteva finire peggio», ammette con un filo di voce, a qualche giorno di distanza dalla denuncia in questura.