Repubblica: “L’incubo del flop in tv e i timori della Juve. Così si è fermato il calcio”

L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sul rinvio delle partite di Serie A a causa dell’allarme Coronavirus. Perché l’attesissima sfida scudetto tra Juventus e Inter slitta al 13 maggio insieme ad altre 4 partite di Serie A? Il governo aveva dato il via libera a giocarle a porte chiuse, e questo pareva l’orientamento. Ieri però è successo qualcosa. L’ha spiegato il ministro dello Sport Vincenzo Spadafora: «Ha deciso la Lega di Serie A», ossia l’associazione dei 20 club del campionato italiano. Motivi di salute non ce ne sono: in Serie B si è giocata senza tifosi a Padova Cittadella-Cremonese, squadre di due zone focolaio. Tanti, da ieri, gridano al «campionato falsato». Il presidente della Juventus Andrea Agnelli nei colloqui con l’ad della Lega di Serie A De Siervo (che ha ovviamente ascoltato tutte e 10 le società coinvolte) spingeva perché si arrivasse a un rinvio: lo faceva ricordando il danno d’immagine a cui il calcio italiano si stava esponendo accettando di giocare la partita più attesa senza tifosi, trasmettendo ai 202 Paesi collegati le immagini desolanti di uno stadio vuoto. E deprimendo l’immagine del nostro calcio all’estero, dove i diritti delle partite di Serie A vengono venduti sotto il valore stimato. L’Inter sottoponeva invece il timore di un rinvio che avrebbe intasato un calendario già saturo. Soprattutto in vista dell’estensione delle limitazioni in Lombardia. Il non detto era altro: la Juve ha dal rinvio il vantaggio di giocare la sfida con i propri tifosi, con cui ha vinto il 90% delle partite giocate. L’Inter sperava nell’esatto contrario. Pressioni, tante e forti, sono arrivate da tv, dall’universo politico (il governatore friulano Massimiliano Fedriga minacciava denunce se si fosse disputata Udinese-Fiorentina), dalle società di calcio che non volevano perdere il botteghino (non vale per Juve-Inter, un sold out da 5 milioni che la Juve non aveva l’obbligo di restituire). Il Cdm venerdì pareva disposto a riaprire le porte dello Stadium, visto che tra lunedì e mercoledì le limitazioni in Piemonte potrebbero affievolirsi. Ma serviva tempo e la Serie A non poteva aspettare. Ha scelto il rinvio, quindi la posizione della Juventus (che nega pressioni) e lo ha fatto quando mancavano 6 ore appena al fischio d’inizio della prima delle 5 partite rinviate. Situazione che dà adito a speculazioni. E davanti alla Lega ieri è apparso uno striscione: “Calciopoli, ci risiamo?”. L’effetto? Un pasticcio. Se l’Inter arrivasse in fondo a Coppa Italia e Europa League non esisterebbe una data utile a recuperare Inter-Samp rinviata una settimana fa. Anche la finale di Coppa Italia scivola dal 13 al 20 maggio: l’Olimpico, però, sarà in mano all’Uefa in vista dell’Europeo, per la prima volta dal 2008 quindi non si giocherà a Roma (forse a Bari).