Repubblica: “Palermo, troppe domande e poche risposte: Inzaghi e la squadra nel mirino dopo il crollo”
È diventato un mantra tra i tifosi: «Ma cosa sta succedendo al Palermo?». Una domanda che ne apre molte altre e che fotografa l’incertezza e la precarietà del momento rosanero. Come scrive Massimo Norrito su Repubblica Palermo, la squadra tanto ammirata nelle prime settimane del campionato oggi sembra una lontana parente di se stessa.
I numeri, raramente bugiardi, parlano da soli: 1, 5 e 7. Il Palermo, che era stato capolista, è ora quinto, appaiato al Venezia e distante sette punti dal Monza. Tre sconfitte nelle ultime quattro partite, una sola vittoria nelle ultime cinque: un bottino deludente per quella che doveva essere la corazzata del torneo di Serie B.
Eppure, solo pochi giorni prima della disfatta di Castellammare, il Palermo aveva travolto il Pescara con un 5-0 da applausi. «È possibile — si chiede Norrito su Repubblica Palermo — che la stessa squadra capace di dominare un avversario appaia sette giorni dopo irriconoscibile, messa in difficoltà da un diciottenne come Cacciamani?». Le incognite si moltiplicano: perché i rosanero sono arrivati così nervosi alla sfida con la Juve Stabia? E perché, pur avendo tutto dalla loro parte — dai 125 anni di storia del club all’entusiasmo dei tifosi — si sono smarriti nel momento più importante?
C’è poi il tema ambientale. Palermo è una piazza passionale, ma, sottolinea Massimo Norrito su Repubblica Palermo, non può essere una comfort zone. Lo stadio pieno, i 30 mila spettatori e il calore della città devono essere uno stimolo, non un alibi. Chi parla di “pressione dell’ambiente” sbaglia: molti dei giocatori rosanero hanno esperienza in Serie A, e se tremano davanti al tifo, forse non sono adatti a indossare questa maglia.
Il discorso tocca inevitabilmente anche Pippo Inzaghi. L’allenatore, accolto da duemila persone sotto il “Barbera” al suo arrivo, rischia ora di diventare il parafulmine di tutte le critiche. Forse, come scrive ancora Norrito su Repubblica Palermo, quella carica emotiva estiva ha deresponsabilizzato la squadra, concentrando su di lui tutto il peso delle aspettative.
Oggi manca un leader capace di trascinare il gruppo nei momenti difficili. Il calo di Ranocchia, l’irrilevanza di Palumbo, l’incostanza di giocatori come Segre, Pierozzi e Brunori — brillanti contro il Pescara e spenti con la Juve Stabia — lo dimostrano.
Il tempo per rimediare c’è, ma le risposte devono arrivare presto, conclude Massimo Norrito su Repubblica Palermo. Solo Inzaghi potrà dire se questo Palermo è stato un abbaglio o se, dietro la crisi attuale, c’è ancora la solidità di un gruppo in grado di rialzarsi. Perché, mentre le altre corrono, il Palermo continua ad arrancare.
