Gravina sulla lotta al razzismo: «Valutiamo l’inserimento del riconoscimento facciale»

Il presidente della Federazione Italiana Giuoco Calcio, Gabriele Gravina all’uscita dall’incontro con i ministri Piantedosi e Abodi al Viminale, ha parlato delle possibili soluzioni per mettere fine ai casi di razzismo negli stadi italiani:

«L’incontro è stato molto positivo perché abbiamo delineato alcune idee, alcune riflessioni e progetti che possono comunque migliorare la qualità infrastrutturale – le parole di Gravina – e mi riferisco in modo particolare all’ipotesi dell’inserimento del riconoscimento facciale. È comunque stato rilevato un’efficienza anche in termini di risposta negli ultimi anni da parte delle società. L’uso della tecnologia è in grado di garantire e assicurare l’individuazione dei responsabili di questi atti di discriminazione o di violenza. E credo che sia già un buon risultato. Devo dire che Udine è la dimostrazione tangibile: sono stati assicurati i responsabili alla giustizia nell’arco di 48 ore».

«Udinese Calcio comunica, a valle dell’individuazione del primo responsabile dei deplorevoli insulti razzisti a Maignan, che il soggetto in questione sarà, a tempo indeterminato, bandito dal nostro stadio con effetto immediato. La società conferma il suo impegno contro il razzismo – continua il comunicato del club – e ritiene fondamentale l’applicazione di misure forti per mandare un concreto messaggio contro le discriminazioni, non solo nel calcio, ma nella società. Il Club tempestivamente, già da sabato sera, ha lavorato in stretta collaborazione con le Autorità mettendo a disposizione tutte le sue telecamere e la strumentazione d’avanguardia di cui è dotato il Bluenergy Stadium al fine di dare un riscontro rapido alle indagini ancora in corso. L’Udinese ringrazia la Questura di Udine per la collaborazione e conferma la sua fermezza nel colpire i responsabili degli insulti che infangano l’etica sportiva del club, della Regione, della città di Udine e di una tifoseria che, da sempre, sono un modello di integrazione e rispetto».