Gds: “Palermo. L’infermeria non s’è mai svuotata, 34 gli stop dovuti a problemi fisici”

L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sull’infermeria del Palermo che in questa stagione appena conclusa non si è mai svuotata.

La situazione degli infortuni a Palermo durante la stagione passata è stata chiaramente problematica e ha avuto un impatto notevole sulle prestazioni della squadra. Con ben 34 infortuni registrati, inclusi ricadute e lesioni muscolari come quelle degli adduttori, flessori e del soleo, la stabilità e la continuità della formazione sono state messe a dura prova.

Il caso di Lucioni è emblematico: il suo infortunio ha privato la squadra di un elemento chiave nella difesa per quasi due mesi, creando un vuoto difficile da colmare. Anche Ceccaroni, un altro difensore centrale, ha avuto periodi di assenza significativi, complicando ulteriormente la gestione della retroguardia. Le assenze non si sono limitate ai veterani, ma hanno colpito anche nuovi acquisti come Ranocchia e Desplanches, sottolineando come il problema sia trasversale e non limitato a specifici giocatori.

L’allenatore Corini ha suggerito che il terreno duro del centro sportivo di Torretta potrebbe essere uno dei fattori contribuenti a questi infortuni muscolari. Questa ipotesi solleva questioni importanti riguardo alle condizioni di allenamento e alla preparazione fisica, indicando la necessità di una revisione e possibilmente di un miglioramento delle infrastrutture e delle pratiche di allenamento per ridurre il rischio di infortuni.

Affrontare e risolvere il problema degli infortuni sarà cruciale per il Palermo se la squadra intende competere efficacemente e puntare alla promozione. Potrebbe essere necessario investire in migliori strutture di allenamento, esaminare e potenzialmente modificare i regimi di preparazione fisica, e considerare anche l’adozione di tecnologie avanzate per il monitoraggio e la prevenzione delle lesioni. Questo tipo di interventi potrebbe non solo migliorare la forma fisica e la resilienza dei giocatori ma anche aumentare la coesione e l’efficacia della squadra nel suo complesso.