Gds: “L’ex portiere rosa ricorda l’ultima sfida al Massimino in A. Sorrentino e quelle «B»… ritirate”

L’edizione odierna del “Giornale di Sicilia” riporta le dichiarazioni di Stefano Sorrentino, ex portiere e capitano del Palermo:


«Il mio unico derby? Lo ricordo con molto piacere – ammette l’ex capitano rosanero – anche se quello fu l’anno della retrocessione. Sappiamo benissimo quanto sia sentito il derby, poi Palermo-Catania è rimasto uno dei veri derby del calcio italiano, al di là della categoria. Mamma mia. Sette anni e mezzo sono tanti, purtroppo.

Mi piange il cuore a pensare che giocavano entrambe in Serie A e nel frattempo è successo di tutto, con un fallimento nel mezzo. La Sicilia meriterebbe di stare ai massimi livelli, ma ci sono stati sfracelli societari. Adesso sembrerebbe che piano piano stiano entrambe risalendo, pur con grosse difficoltà. Io faccio il tifo per il Palermo e mi auguro di rivederlo in alto il prima possibile».


«Era il mio primo derby, era a poche giornate dalla fine del campionato e ricordo che andammo lì scortati, a riprova di quanto fosse tesa quella partita. Io sono cresciuto in quello stadio, da piccolo. Andandoci da avversario, vedere tutte quelle «B» non è stato carino…Dalla curva del Catania, alle mie spalle, stava spuntando una «B» gigantesca. Poi ci fu un calcio di punizione a centrocampo, all’ultimo secondo. Andai a batterlo io, dicendo a tutti di avanzare, tanto ormai la partita era praticamente finita. Da quel lancio arrivò il gol del pareggio, ricordo la sponda di Abel (Hernandez, ndc) e il gol di Ilicic. La gioia nel rivedere quella «B» ritirata su la potete benissimo immaginare. Anche da quasi retrocessi, non abbiamo mollato. Questo è il ricordo più bello».

«Sulla carta è il Catania ad essere favorito. Lo dice la classifica, no? Diamogli questo vantaggio, poi il derby è una partita a se. Ad oggi la classifica dà il Catania come avvantaggiato, poi in campo si vedrà. Io avevo già fatto il biglietto dell’aereo per tornare giù. Il derby sarebbe stata la scusa per trovare un po’ di amici e per salutare Pelagotti, mi dispiace non poterci essere. Siamo però fortunati, da un certo punto di vista, che si giochi ancora. Guardiamo il bicchiere mezzo pieno».