Gds: “La Scozia lancia l’allarme sui “Colpi di testa” nel calcio. Il Dottore: «Decisione giusta. Più cautela pure per gli adulti»

Luigi Maria Grimaldi, responsabile dell’unità operativa di Neurologia del San Raffaele Giglio di Cefalù, ha parlato attraverso le colonne del “Giornale di Sicilia” per spiegare la nuova iniziativa della Federazione Scozzese che ha vietato i colpi di testa ai bambini che hanno meno di 12 anni: «I colpi di testa nel calcio? Mettono a rischio non soltanto la salute dei bambini ma anche quella degli adulti». Dottore, quali sono i rischi? «Dagli studi effettuati è emerso che i giocatori scozzesi che hanno oltre 60 anni hanno un rischio oltre 3 volte superiore rispetto alle altre persone, di ammalarsi di Parkinson, Alzheimer e altre malattie neurodegenerative. Questo accade perché un trauma ripetuto crea una disgregazione del tessuto cerebrale. Si provoca una perdita di tessuto e cioè il cervello diventa come un formaggio coi buchi. Così si anticipa l’invecchiamento cerebrale. Per intenderci un po’ come il pugile Cassius Clay la cui salute è stata compromessa dai colpi subiti alla testa, soprattutto perché lui negli incontri di boxe teneva la guardia bassa. Certo gli studi potrebbero in qualche modo avere un limite». Quale? «Sono stati effettuati su calciatori in età avanzata che hanno giocato tempo fa con palloni di cuoio molto duri. Adesso i palloni sono diversi… Ma comunque vista la potenza con cui vengono calciano, restano comunque gli elevati rischi, come mostrano le evidenze medico-scientifiche». Ci sono dei ruoli più a rischio? «Sicuramente lo erano, visto che oggi queste figure non ci sono più come invece c’erano un tempo, lo stopper e il libero che da centrali intervenivano su ogni cross per colpire di testa il pallone e tutta la carriera la facevano così. E avevano certo molti più rischi». Il divieto riguarda i bambini. Gli adulti sono altrettanto in pericolo? «Sicuramente sì. Da tempo infatti le associazioni internazionali di Neurologia chiedono il bando del colpo di testa dal calcio». Sarebbe una rivoluzione… «Certo. Ma la decisione spetterebbe in ogni caso alla Fifa. Il divieto limitato agli under 12 è dovuto al fatto che le singole federazioni, come quella scozzese, hanno competenza fino a quell’età. Poi la regolamentazione spetta alla Fifa. Quindi non è una questione medica. Anzi negli adulti il rischio è maggiore per la potenza del tiro e la conseguente velocità del pallone». Ha citato il pugilato, quale è la situazione negli altri sport? «Un rischio elevatissimo c’è nel football americano». Quale è la situazione in Sicilia delle malattie neuodegenerative? «Sono in netto aumento perchè aumenta l’età della popolazione. Nell’Isola ci sono oltre 100 mila pazienti di cui oltre 60 mila con l’Alzheimer. A livello internazionale si stanno cercando cure adeguate ma intanto il governo regionale è molto sensibile e si sta lavorando per migliorare la rete di assistenza».