Gds: “Colpi di testa vietati ai bimbi under 12. Lo ha deciso la federazione scozzese: «Sono pericolosi per il loro futuro». Il parere dei tecnici”

L’edizione odierna del “Giornale di Sicilia” parla dell’iniziativa della Federazione Scozzese riguardo ai colpi di testa. I bambini che hanno meno di dodici anni non potranno più colpire il pallone di testa. La notizia che potrebbe dare il via ad una vera e propria rivoluzione al mondo del calcio arriva dalla Scozia (Clicca qui). La Scottish Football Federation (SFA) ha deciso di vietare i colpi di testa durante gli allenamenti degli under 12 a causa dei rischi di demenza in età adulta. Un cambiamento epocale,il primo in Europa, dopo che un provvedimento del genere era stato adottato nel 2015 negli Stati Uniti a seguito di clamorosi scandali di ex sportivi professionisti colpiti dalla demenza, in particolare nel football americano. Dietro alla scelta adottata dalla federcalcio scozzese c’è uno studio dell’Università di Glasgow, finanziata dalla Football Association e dalla Professional Footballers’Association, che per quasi due anni ha effettuato una ricerca su 7.676 ex giocatori scozzesi, nati tra il 1900 ed il 1976, dimostrando che in loro ci fosse una probabilità 3,5 volte maggiore di morire di malattie neuro degenerative rispetto alla media. Tra i calciatori, la possibilità di morire in stato di demenza era del 11%, mentre per il resto della popolazione la percentuale è del 3%. A dare una forte spinta a questa ricerca è statala morte di Jeff Astle, stella del West Bromwich a cavallo tra gli anni ‘60 e gli anni ‘70, scomparso nel 2002 a causa di una encefalopatia traumatica cronica. Astle era famoso per i suoi gol proprio con i colpi di testa, in un periodo storico in cui si giocava a calcio con palloni di cuoio che risultavano più pesanti con la pioggia.  In Scozia sono passati dalle parole ai fatti per una direttiva che verrà applicata a partire dai prossimi giorni. Un trionfo per l’associazione Headway che combatte le malattie neurodegenerative. Al tempo stesso, però, il suo presidente Peter McCabe ha lanciato un monito: «Ci sono domande sul limite di età che è di 12 anni. Ciò significa che un bambino di 13 anni può colpire di testa senza rischi. Come facciamo a sapere che sia così? Quindi c’è un urgente bisogno di fare ulteriori ricerche per capire quali sono i rischi, se del caso, di colpire la testa un pallone da calcio moderno». Il dibattito è aperto, soprattutto sull’applicazione di questa limitazione dei colpi di testa nel calcio giovanile. «Affinché tutto ciò diventi concreto serve che tra i bambini venga utilizzato il pallone a controllo ridotto, oltre a cambiare regolamento in merito alla battuta delle rimesse laterali non più con le mani ma con i piedi -spiega Giacomo Tedesco, ex calciatore e oggi istruttore dis cuola calcio-. Questo faciliterebbe la tecnica individuale. Di contro, però, verrebbe a mancare una parte motoria. Già la coordinazione dei bambini non è piùq uella di una volta, non sanno più coordinare braccia e gambe, si vede in campo perché diventano pezzi di legno e questo è dovuto anche all’assenza di attività motoria a scuola. Mettersi contro la scienza, però, non è la soluzione migliore, bisogna capire veramente se nel lungo termine può creare un danno al bambino». Totalmente d’accordo con la scelta della federcalcio scozzese, invece, Ignazio Arcoleo: «È una scoperta nuova e ne prendiamo atto con le esigenze della medicina. Non ho mai privilegiato il lavoro sui colpi di testa, secondo me non ha senso perché si incentivano i bambini a farsi male. Ho sempre favorito l’aspetto tecnico. Sono d’accordo, la scienza va avanti ed è giusto prendere determinate scelte». La Scozia è la prima, chissà se altre nazioni decideranno di abolire uno dei fondamentali di questo sport, almeno per i più giovani.