De Fanti: «Non sono un grande fan della filosofia del City Group»

L’operatore di mercato Roberto De Fanti, ha parlato ai microfoni di “TMW” esprimendosi in merito a tanti temi, tra questi anche le proprietà straniere in Italia e al Palermo.

Ecco alcuni estratti:

«Valzer ds? La figura del direttore sta assumendo nella realta’ odierna un ruolo non dico marginale ma sicuramente diverso, soprattutto con le nuove proprietà straniere che spesso e volentieri inseriscono nell’organigramma sportivo figure prettamente non di calcio ma provenienti dalle loro altre aziende. Oppure, come fanno all’estero da tempo soprattutto in Inghilterra, assumono le vesti da Direttore gli Head of Recruitment/Capo-Scout, con i Data Analyst che rivestono un ruolo sempre piu’ importante sulla ricerca dei calciatori. Ma rimane il fatto che il Direttore Sportivo all’Italiana è a mio avviso una figura insostituibile. Come si fa a sostituire una figura come Corvino per esempio? Esperienza, Cultura calcistica, conoscenza del mercato e delle negoziazioni trentennale sono qualita’ che i nuovi “yuppies” non possono avere».

Manna l’uomo giusto per il Napoli? «La figura di Manna, tra l’altro una persona molto preparata, è da inquadrare comunque nell’ottica di cui sopra. Come ds della Roma mi piacerebbe vedere il mio amico Francois Modesto, per me pronto per il salto in un grande club Europeo. Ha conoscenze tecniche, parla quattro lingue, è diplomatico al punto giusto, ha una grande presenza. Ma non sottovaluterei nemmeno Mauro Leo, che ha svolto un grandissimo lavoro come vice-Tiago Pinto ed è già all’interno della Roma quindi con già una conoscenza operativa del club».

Calcio italiano e proprietà straniere: «Vedo di buon occhio qualsiasi situazione che possa portare più soldi al calcio italiano, indipendentemente che provengano dall’estero o meno. Ricordiamoci che gli stranieri hanno acquisito i club italiane perché le stesse erano in gravi situazioni economico e finanziarie. Le acquisiscono trattandole come societa’ in distress, investendo sui centri sportivi, gli stadi (possibilmente), i settori giovanili, abbassando i salari, cercando di creare un equilibrio per arrivare all’autofinanziamento: fondamentalmente migliorarne il valore come asset.
Guardate la Fiorentina. Costruzione del migliore training ground d’Italia, il Viola Park; 4 volte vincitori della Coppa Italia Primavera e ora per 2 volte di fila finalisti in 2 Coppe Europee. Eviterei assolutamente il campanilismo; gli inglesi si lamentano delle proprietà straniere, che di fatto hanno reso la Premier League il campionato più ricco del mondo? Non conosco una sola persona che si sia lamentata che il Chelsea appartenesse al russo Abrahmovic o del Newcastle ora in mano ai Sauditi»

Como in Serie A: «Il Como non solo ha la proprietà straniera più ricca d’Italia, ma probabilmente una delle dieci più ricche d’Europa. Sono assolutamente da ammirare perche non sono entrati gettando il denaro a destra e manca secondo una forma di mecenatismo obsoleto, ma con l’intenzione di costruire il Como mattone dopo mattone, per cercare di consolidarlo negli anni con un equilibrio finanziario ed economico.Tecnicamente potrebbero comprare giocatori da 40-50 Milioni ma ritengono xhe non sia la cosa più appropriata per la crescita strutturale del club. Un club che non deve rischiare il fallimento entro cinque anni ma invece diventare una realtà’ sempre più consolidata possibilmente in serie A».

Tra le varie proprietà straniere c’è il City Group, che in Italia detiene le quote del Palermo. «Non sono un grande fan della filosofia del City. A mio avviso le multi-proprietà non dovrebbero invece essere permesse dalla FIFA. Troppe compravendite tra i vari club per sistemare i propri bilanci, giocatori spesso e volentieri obbligati a dei percorsi di carriera forzati tra un club e l’altro; sei hai un club promosso nella massima serie e sei già proprietario di un altro – Napoli e Bari per esempio – devi venderne uno. Troppe complicazioni, le abolirei».