Coronavirus, Codacons: in vacanza un italiano su 2. A maggio perse 31 milioni di presenze

Secondo le previsioni elaborate dal Codacons, il coordinamento delle associazioni per la tutela dei consumatori, solo un italiano su due andrà in vacanza quest’estate, e anche chi ci andrà dovrà fare i conti con un aumento generalizzato di prezzi e tariffe in tutto il comparto. È questo l’impatto dell’emergenza Coronavirus sul turismo. Nemmeno il “bonus vacanza” varato dal governo, secondo il Codacons, riuscirà a salvare la stagione, “considerato che potrà essere richiesto solo in base al reddito, al numero dei componenti del nucleo, ed esclude la consistente fetta di cittadini che prenota attraverso le piattaforme online”. È invece la Coldiretti a fotografare i danni già subìti dal comparto nel periodo di lockdown: a maggio si sono perse 31 milioni di presenze turistiche, italiane e straniere.

Secondo l’associazione, solo la metà degli italiani andrà in villeggiatura tra luglio e agosto: precisamente il 51% degli italiani potrà e vorrà investire nelle vacanze estive, a causa dell’impoverimento generale provocato dalla pandemia di Covid-19 che ha colpito in maniera particolarmente grave l’Italia. Un’altra motivazione che, secondo il Codacons, porterà gli italiani a rinviare le partenze è il timore di non poter godere appieno dei giorni di vacanza a causa delle disposizioni di sicurezza obbligatorie.

Il rialzo dei prezzi del settore è dovuto – spiega ancora il Codacons – alle misure di sicurezza imposte dalle autorità, a partire dal distanziamento sociale, che in spiagge, strutture ricettive e locali pubblici comporterà una forte riduzione del numero di clienti giornaliero. A questo si aggiunge l’obbligo di sanificazione e le altre misure previste dai protocolli per i mezzi di trasporto e gli esercizi pubblici, che ridurranno i guadagni imponendo nuovi costi. Tutto ciò, secondo l’associazione, farà sì che una vacanza di 10 giorni arriverà a costare complessivamente fino al +20% in più rispetto allo scorso anno, passando da una spesa procapite media di 736 euro del 2019 agli 883 euro del 2020.

La Coldiretti, sulla base di dati Istat, ha evidenziato invece l’impatto economico subìto dagli operatori a causa dell’azzeramento dei flussi dei viaggiatori: a maggio è stata stimata in quasi 8 miliardi di euro la perdita per alloggi, ristorazione, trasporto e shopping. A pagare il conto più salato è l’alimentare, che di norma rappresenta la voce principale del budget delle famiglie in vacanza in Italia, con circa un terzo della spesa di italiani e stranieri destinato alla tavola. Le conseguenze, sottolinea l’associazione di rappresentanza dell’agricoltura italiana, si ripercuotono sul sistema produttivo industriale ed agricolo, dal vino alla birra, dalla carne al pesce, dalla frutta alla verdura ma anche su salumi e formaggi di alta qualità.