Tuttosport: “Tedeschi campioni del mondo. Sì, ma di ossessioni”

Inutile che cerchino di negarlo: siamo la loro ossessione. Ogni parola serve per esorcizzare l’Italia: quelli che non sono mai riusciti a battere: «Ma il mio bilancio è in pareggio: contro la Nazionale ho giocato una volta e ho perso, ma contro la Juventus in Champions abbiamo vinto…» prova a convincersi il gigantesco Mats Hummels. Come se una sfida tra club zeppi di stranieri assortiti fosse la stessa cosa di quella tra due Nazionali. «Abbiamo ancora un sacco di giocatori della semifinale del 2012, ma siamo diventati più esperti, siamo diventati più maturi, abbiamo fatto ulteriori progressi. Sappiamo cosa ci aspetta con l’Italia, in queste partite tutto può accadere. L’Italia darà il meglio, ma noi siamo pronti a riscrivere la storia» ha garantito Andreas Kopke, preparatore dei portieri e titolare nella Germania campione d’Europa nel 1996. Ci temono i giornali: poche battute su pizza e mandolino o pistole sul piatto di spaghetti, qualche accusa di arroganza ma soprattutto complimenti all’Italia come quelli della Frankfurter Allgemeine Zeitung: “Altri si sarebbero lamentati di una simile strada verso la finale: prima i campioni d’Europa, ora i campioni del Mondo, non gli italiani: «Non vediamo l’ora di giocare contro la Germania», ha detto lo splendido difensore Leonardo Bonucci. «Questo è solo l’inizio», ha promesso Chiellini. Fateci caso: hanno scritto la strada verso la finale. Oppure c’è la Bild, versione settimanale, che paragona Pellé a Balotelli fotografandolo nella posa con cui esultò “Balo” dopo il suo gol nella semifinale di Varsavia. E poi i segnali. Nel centro stampa del fantastico centro sportivo che si affaccia sul Lago di Ginevra c’è solo un altro colore oltre al bianco della “Fussballnationalmannschaft”: l’azzurro dell’Italia sconfitta nell’ultima amichevole – sì, amichevole – il 29 marzo. Se non è un’ossessione questa… Rito iniziatico Così, nonostante siano i campioni del Mondo in carica e possano schierare una squadra pazzesca – tecnica, fantasiosa e pure fortissima fisicamente – battere l’Italia resta per loro la definitiva prova di maturità. Quasi un rito iniziatico, come quello che simbolicamente ha messo in atto Hummels nel giorno libero di martedì: un tuffo nel lago dal trampolino di dieci metri: «Non lo avevo mai fatto e devo dire che mi tremavano un po’ le gambe. Alla fine mi sono buttato perché preferivo quello che affrontare di nuovo gli scalini in discesa». Ecco: quegli scalini, e non è neppure il caso di scomodare simbolismi, rappresentano l’Italia: «Che è forte e non fa più solo “catenaccio” – termine che il difensore del Bayern pronuncia in italiano – però a volte difendono anche in cinque. Noi pressiamo più alti, però dovremo stare attenti a non farli segnare per primi perché se fanno un gol, poi non li becchi più: avete visto che fatica faceva la Spagna per trovare spazi? Meglio io o Bonucci? E’ impossibile rispondere a queste domande, e poi la difesa dell’Italia non è solo Bonucci: anche Barzagli e Chiellini sono fortissimi». Firenze amara Con loro se la dovrà vedere Mario Gomez, uno che ha mostrato di soffrire le difese italiane quando vestiva viola: «Il mio periodo a Firenze non è stato nè felice nè semplice, ma penso solo all’Europeo e non cerco vendette: a me interessa che la squadra arrivi in finale e vinca. Se giocherò io tanto meglio, altrimenti quel che conta è il risultato finale. La difesa dell’Italia è fortissima, giocano insieme tutto l’anno e questo è un vantaggio enorme. Però noi abbiamo grandi qualità: tutto quello che serve per vincere l’Europeo. E non c’entra che l’Italia sia più vecchia: anche io non sono più un giovincello, però sto benissimo: conteranno la voglia e la lucidità». Niente azzardi E alla fine di questa autoanalisi di gruppo, la sensazione è che la terapia di Loew sia quella di approcciare l’Italia con grande cautela: non facciamo i gradassi e primo non prenderle. Tanto è vero che i calci di rigore sono uno dei temi più dibattuti: «Se ne capitasse uno durante la partita – ha spiegato Kopke – decideranno Ozil e Muller: Ozil non è affatto condizionato dall’errore con la Slovacchia. Speriamo di non doverne subire e di non doverci arrivare, ma ci stiamo allenando e Neuer sta studiando i rigoristi. Per noi un avversario vale l’altro: abbiamo conti da regolare con la Spagna e con l’Italia. Alla fine toccherà all’Italia». Ecco, ma i primi a dubitarlo sono proprio i tedeschi“. Questo quanto riportato dall’edizione odierna di “Tuttosport”.