Tuttosport: “De Rossi, no all’80%. Sturaro è l’alternativa”

I baffetti del dottor Castellacci hanno qualcosa di Richelieu, a maggior ragione perché siamo in Francia. L’italico eroe dei due mondi nel Terzo millennio, ragionando in questo caso tra le parti alte e quelle basse del mappamondo, ne ha viste di cotte e di crude, ma soprattutto di cotti, stracotti e stracolmi (di contusioni). Dal Mondiale del 2006 fino all’ultimo campionato planetario in Brasile, questo luminare delle articolazioni, dei tendini e dei muscoli, assurto ormai alla dicitura di storico responsabile dello staff medico della Nazionale azzurra, ne ha vinta più di una, di coppe nell’infermeria: mica solo quella alzata a Berlino da Cannavaro 10 anni fa. Adesso, gli tocca resuscitare De Rossi. Sturaro in mezzo Diciamocelo subito. Se uno su mille ce la fa, venti su cento erano a ieri sera le possibilità del romanista di recuperare per la Germania. Difatti Conte ha testato Sturaro, in mezzo (promemoria: Thiago Motta è squalificato), con ai fianchi Parolo e Giaccherini: 24 ore dopo aver provato il laziale quale play, il ct ha privilegiato lo juventino, più portato – per caratteristiche da geometra – ad agire davanti alla difesa. Intanto Castellacci fa il suo: cioè «di tutto per recuperare De Rossi», che «sta lavorando tantissimo» (in palestra, per mantenere il tono muscolare), ma che ha pur sempre subito contro la Spagna «un violento trauma contusivo alla coscia. Si è creato un ematoma. Ma anche una parziale disinserzione di alcune fibre del muscolo vasto laterale. Non ci poniamo preclusioni temporali, anche se siamo consci del serio problema e del poco tempo che resta». A differenza di un trauma indiretto, come uno stiramento, una lesione subita da un’altrui ginocchiata consente scientificamente di ipotizzare un recupero più rapido. A maggior ragione, in questo caso, perché il vasto laterale non è un muscolo così “pericoloso” come il retto femorale. Di qui le speranze, piccole ma non irrealistiche, per ora, legate a complesse terapie, volte a ridurre la falda di versamento, cioè l’ematoma, e a cercare di drenare il più possibile i liquidi “dispersi”. Candreva out Confermato, invece, quanto si scrive dal dopo-Svezia, e cioè che sarebbe un miracolo se Candreva guarisse a cavallo tra le «impossibili» semifinali e «l’impossibilissima» finale (si è stirato, in sostanza). «Candreva ha avuto una lesione di 1°, 2° grado all’adduttore lungo: un problema molto serio. Ci sono stati dei miglioramenti, ma per ora non sono sufficienti. Anche lui, comunque, continua a lavorare, per cercare di recuperare il prima possibile». Nell’attesa: ci salvi Florenzi“. Questo quanto riportato dall’edizione odierna di “Tuttosport”.