Triestina, Milanese: «Annulliamo la stagione. Sorteggio? La B non si può giocare a dadi»

«Sono due cose da capire, chi paga questi quattro mesi e se si gioca o meno. Dopo due mesi stiamo ancora perdendo tempo a risolvere il secondo enigma e qui dovrebbe intervenire il Governo perché non esiste una legislazione sul tema del lavoro dei giocatori. Parliamo di ragazzi che si spostano da Napoli o Catania per venire a giocare a Trieste per cinquantamila euro lordi all’anno. Se io fossi un giocatore e un bar della mia città mi offrisse un lavoro a 1400 euro al mese, mentre dall’altra parte mi arriva un’offerta da una squadra a 800 chilometri di distanza, senza tredicesime e garanzie per il futuro, ci penserei molto prima di accettare. La Triestina, a livello economico, è una società solida e ha pagato gli stipendi fino a febbraio per i calciatori e fino al 30 marzo per i dipendenti. Annulliamo la stagione, come è successo durante la seconda guerra mondiale. Ci sono presidenti che non vogliono riaprire perché non hanno certezze sul futuro e non sanno nemmeno se continuare o meno l’anno prossimo. Le poche entrate che ci sono in C rischiano di venire azzerate perché il campionato si potrebbe giocare a porte chiuse e gli sponsor potrebbero calare drasticamente. Playoff accorciati? No perché si aprirebbero altri contenziosi legali con le squadre escluse. Il sorteggio non mi trova affatto d’accordo perché giocarsi la Serie B a dadi non è rispettoso e rischia anche di far salire squadre come Renate o Pontedera, per citarne un paio, che hanno bellissimi progetti legati ai giovani ma che puntano fondamentalmente sui prestiti e non hanno nemmeno l’ambizione di salire in B». Queste le parole rilasciate da Mauro Milanese, amministratore unico della Triestina, nel corso di una diretta sui social.