Tedino: «Pochi italiani, ma non sono importanti le codificazioni. Nello spogliatoio…»

«In squadra pochi italiani, come comunicate? Il gioco dovrebbe essere un comune denominatore perché dal mio punto di vista più che i sistemi di gioco e le codificazioni o i numeri, la cosa più importante a mio modesto parere sono dei sani principi. Quando hai la palla o no, quali sono le tue virtù, quali sono le tue qualità nella doppia fase e soprattutto nella fase di non possesso. Ho la fortuna di avere un gruppo che capisce l’italiano molto bene e lo parla anche con grandi qualità, queste quindi credo che siano cose che facilitano il nostro lavoro. Cosa insegna lo spogliatoio? Credo che la cosa più importante sia l’educazione sportiva, è normale che ogni tanto i ragazzi (che vanno dai 20 ai 30 anni) ridano e si facciano degli scherzi però credo che sia proprio l’educazione sportiva, che ti porta a rispettare determinate cose e persone quali gli orari, i compagni, i magazzinieri e tutte quelle persone che danno una mano affinché questa casa rosanero diventi bellissima. Non credo agli spogliatoi rigidi dove bisogna marciare in fila per tre, credo che sia una responsabilizzazione dei ragazzi che in questo caso mi stanno aiutando molto sebbene in alcune situazioni mi prendano per rompiscatole». Dopo essere intervenuto ai microfoni di “Casa Minutella”, ecco le dichiarazioni del tecnico del Palermo Bruno Tedino.