Sampdoria. Pioggia di voci sul futuro del club, da Vialli e Dinan al fondo di Dubai. Ferrero: “Tanti compratori? Fatemeli conoscere”

L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sul caso Ferrero sul futuro della Sampdoria.

«Dopo otto anni di sacrifici, lavoro, passione, perchè io, oltrechè un presidente, mi considero un grande tifoso della Sampdoria, ma anche di attacchi personali, spesso calunniosi, e critiche pesanti, che io ritengo ingiustificate, comincio ad essere stanco. Non della società, di fare il presidente. Ma della cattiveria nei miei confronti. Acquirenti all’orizzonte? Magari. Non ce ne sono. Fatemeli conoscere. Presentatemeli. Io ho fatto e continuo a fare il massimo. Ma se qualcuno è in grado di dare più luce di me alla Sampdoria, si faccia avanti, sono pronto ad ascoltarlo. E, nel caso, a passare la mano. Naturalmente a condizioni eque. Dando il giusto valore alla società » . Chi parla è Massimo Ferrero, da 7 anni e mezzo proprietario e presidente della Sampdoria. In risposta alla pioggia di voci che circondano il club blucerchiato, indiscrezioni su possibili compratori, precaria situazione finanziaria, concordati in divenire o in discussione, traversie economiche della società a braccetto con quelle personali, nel tentativo di fare chiarezza prova a dire la sua verità, che poi giura essere la sola verità, ad onta di pareri totalmente contrari, con molte persone che vorrebbero la sua uscita di scena e la cessione della Sampdoria.

Ferrero, piaccia o no, garantisce, all’orizzonte non c’è nulla. Incalzato su una delle ultime voci uscite in maniera prorompente, l’interesse per la Samp da parte di un fondo degli Emirati Arabi, legittimato da un viaggio di Gianluca Vidal, il suo commercialista di fiducia, a Dubai il 29 ottobre, circostanzia: « Due giorni dopo l’ho raggiunto anche io, con la famiglia. E’ andato prima, perchè doveva rappresentarmi con la Lega in una riunione sulla vendita in quell’area dei diritti tv. Non ha incontrato nessun potenziale acquirente. E nessuna delegazione di Dubai successivamente è venuta in Italia per noi » . Nega. Ma nella sua verità lancia anche un messaggio: se davvero qualcuno vuole la Samp, esca allo scoperto. Con proposte ( secondo il suo metro di giudizio) serie. E intanto rilancia. « Perchè io continuo a lavorare per la Samp. Non pensate solo al campo, avete visto Samp City? Un grande investimento nel cuore della città. E non è finita qui, perchè io questi colori voglio esportarli. Sogno altri negozi simili: a Milano, Roma, Londra. E il calcio femminile, quello a cinque, le strutture di Bogliasco. Asset. Sostanza » . E per lui un valore, che resta quello certificato da un’azienda specializzata, 170 milioni di euro, a cui, naturalmente (non può negarlo) vanno sottratti gli 80 milioni di debito nel frattempo (causa pandemia) maturati.

Una quotazione per molti spropositata. Per lui congrua. Destinata a scontrarsi con tutti i “si dice” di questo momento, alimentati da quei concordati (uno in particolare, quello relativo ad Eleven Finance, destinato comunque a non coinvolgere direttamente la Samp in caso di avvio di procedura fallimentare) appesi al giudizio del Tribunale di Roma. Voci che riportano alla luce Vialli con Dinan e York Capital ( l’ipotesi più desiderata) o che riesumano il tentativo (da 30 milioni) di Fiorani e Volpi non andato a buon fine la scorsa estate, riguardante però non la Sampdoria ( ci sarebbe finita in maniera indiretta, con l’ipotesi di essere ulteriormente ceduta), ma i cinema della galassia Ferrero, appetiti ( invano) anche da Preziosi. Senza considerare che sullo sfondo esiste sempre un nome garanzia, Edoardo Garrone, da mesi sull’argomento silenzioso, ma sempre ritenuto un provvidenziale salvagente.