Rosa da esportazione: trasferte arma in più nella corsa alla serie B

L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sul Palermo formato trasferta.

Missione compiuta, al debutto, sia pure con qualche affanno. Ma con la convinzione che il Palermo è stato l’unico, fra le teste di serie entrate in scena, a soffrire meno, segno preciso di buone condizioni. E c’è in più un’evoluzione che sottolinea la trasformazione di mentalità. Ora, oltre a Brunori, Floriano e Valente (nessuno dei tre sicuro di restare ma ugualmente decisivi), ecco un nuovo e inaspettato asso nella manica: quello che era un tabù, e cioè i pochi exploit fuori casa, si è trasformato nell’arma vincente e in una sorta di ipoteca per la B, a patto ovviamente che si riesca a mantenere lo stesso standard negli altri spareggi.

Con Baldini, infatti, la tendenza si è completamente rovesciata. A Trieste è arrivata la terza vittoria consecutiva in trasferta del tecnico toscano, in pratica imbattuto dal 5 marzo più di due mesi, dieci partite, con sette vittorie (le ultime cinque di fila con quindici gol segnati, tre subiti) e tre pareggi. Un vero e proprio rullo compressore. I tifosi sognano. E ora… luci al Barbera, giovedì sera per l’altro appuntamento contro la Triestina che già profuma di turno ipotecato, perché il Palermo dovrebbe fare harakiri considerato che gli basterebbe pareggiare o vincere, se non addirittura perdere con un gol di scarto. Serviva il giusto approccio e la conferma c’è stata: sempre più vita e speranza dopo l’esplosione di Floriano (otto gol e tre assist, migliore stagione in rosa) e Valente (otto reti, primato personale con la Carrarese uguagliato, e nove assist), mai in forma come in questo periodo.

Nel giorno in cui Brunori va in ferie, la fantasia dell’esterno e la voglia matta del goleador ritrovato, mai così travolgente, trasformano i propositi in sostanziale fiducia: la squadra vuole andare fino in fondo. Ma, non corriamo. Siamo solo alle battute iniziali della fase nazionale e ancora mancano altre sette partite per arrivare al prestigioso traguardo della promozione. Gioia, dunque, ma anche cautela entusiasmi, ma si trova a gettare acqua sul fuoco alla ricerca della giusta misura: euforia contenuta e senso di responsabilità, le sue chiavi. Al rientro dagli spogliatoi, dopo l’ebbrezza del doppio vantaggio, qualcosa non gli è piaciuta e ha voluto subito chiarire anche perché certe sensazioni non riuscirebbe comunque a tenerle dentro. Il suo messaggio ne rivela i contenuti: «Alla vigilia, avrei firmato per un risultato del genere, però non sono tranquillo. Il calcio insegna che i giocatori debbono utilizzare la testa oltre che i piedi: finché lo abbiamo fatto, nessun rischio; quando hanno modificato il modo di stare in campo, le sofferenze sono aumentate e non nego che ci sia stato un pizzico di fortuna. Successo meritato, ma ora bisogna vestirsi da Triestina e pensare di dovere recuperare da una sconfitta.  Non esistono formule magiche per gestire questo tipo di confronto. Visto il Manchester City guidato dal migliore allenatore del mondo? All’andata ha giocato come il gatto con il topo e al ritorno in pochi muniti, quelli finali, il Real ha ribaltato la situazione».

Il tecnico è diventato l’anima e il motore di un gruppo che continua a collezionare serie positive e incoraggianti e ha scritto un nuovo capitolo nella storia dei record. L’esordio lascia tranquilli malgrado, nel secondo tempo, la squadra sia apparsa titubante e insicura. Problema di riprendere il passo dopo due settimane di sosta? Può darsi. In più, la necessità di amministrare eventuali infortuni e cartellini. Già tre elementi fondamentali sono in diffida (Marconi, Dall’Oglio, De Rose) e alla prossima sanzione scatta la squalifica. Un altro dato offre garanzie. Con Baldini in panchina sono diventate 41 le reti all’attivo nelle sue 18 gare, media partita di 2,28. E un altro primato si è aggiunto in questo campionato in crescendo: il Palermo ha segnato per la diciassettesima gara di fila mai accaduto dai campionati a girone unico e cioè dal 1929/30. Superati così Iachini (16) nel 2013/14 e Fernando Veneranda allenatore di Renzo Barbera (16), nel 1977/78. I rosa, insomma, non finiscono di stupire.