Ricciardi: “La pandemia ci deve dare una scossa. Il sistema sanitario rischia di naufragare”

“Negli ultimi 12 anni il mondo è cambiato in modo drammatico. La pandemia è un evento epocale che ci deve dare una scossa. Il servizio sanitario nazionale corre il rischio di naufragare; avevamo cercato di far capire che la situazione è cambiata drasticamente. Un italiano su due ha una situazione di carattere cronico e avevamo avvisato i politici di investire nella sanità, ma la spesa sanitaria italiana è calata costantemente negli anni”. Lo dice Walter Ricciardi, consigliere del ministro della Salute per l’emergenza Covid-19, al 37° congresso SIMG, la società italiana di medicina generale e delle cure primarie.

“Il 2020, con la seconda ondata, supererà il ’43; ci si aspetta che si discuta del fatto che siamo in una guerra e invece si parla di settimana bianca e impianti sciistici. In Italia c’è un impoverimento senza precedenti e questa crisi ci renderà finanziariamente dipendenti dall’Europa; una quantità di soldi importante ce li daranno i Paesi che sono stati più saggi di noi. Penso a una rivoluzione pacifica rafforzando la sanità con i fondi europei e che consentirebbero di cambiare radicalmente il servizio sanitario nazionale”, ha proseguito Ricciardi. Poi una riflessione importante sul ruolo che può avere la medicina generale in un periodo molto complicato. “La medicina generale italiana deve capire che è importantissimo avere cura del paziente, ma questo oggi significa avere capacità organizzativa e tecnologie moderne. Se non rivoluzioneremo ci saranno vari scenari con la sanità che rimarrà così com’è oppure con il medico che diventerà una professione lasciata a iniziative di singoli. Quello che auspico è che si troveranno nuovi equilibri tra Stato e Regioni con il medico di base con un meccanismo di governance importante”. 

“Le vere sfide da superare sono culturali – ha sottolineato ancora Ricciardi -. Non vi nascondo che ho molta preoccupazione per il 2021. Cosa succederà se l’Italia non riuscirà ad accedere ai fondi europei o se questi ritardano, cosa succederà se non riusciremo a spenderli? Il futuro non è qualcosa che ci attende passivamente, è un ponte verso il futuro che dobbiamo costruire e per fare questo c’e’ bisogno di coraggio. Bisogna focalizzarsi su obiettivi strategici, essere flessibili e fare un passo alla volta ma velocemente. Diamoci una mossa”.