Repubblica: “Stadio deserto, solo gli ultrà a fare il tifo per i rosanero. Oggi si decide futuro Foschi, le ultime”

L’edizione odierna della “Repubblica”, parla del match di ieri del Palermo e della pochissima affluenza allo stadio. Ecco quanto si legge:

Quando alle 20 le torri faro sono state accese lo spettacolo che illuminavano i proiettori era desolante. Spalti completamente vuoti, pioggia e freddo. Dentro lo stadio nemmeno l’ingresso in campo delle due squadre per il riscaldamento ha contribuito ad accendere l’ambiente. Gli ultrà della curva nord 12, quelli che sabato hanno chiesto a gran voce a giocatori e società rispetto per i colori rosanero, hanno esposto gli striscioni come al solito. Così come hanno fatto i loro colleghi della curva nord inferiore. Ma stavolta, rispetto alle altre partite casalinghe, dietro i vessilli del tifo organizzato, alla solita e grande voglia di «sostenere i nostri colori» a gran voce non è corrisposta una grande partecipazione di chi di solito si aggrega a loro. Tutto intorno alle due macchie di tifosi “sempre presenti” che spiccavano sulla totalità del verde dei sediolini vuoti della curva c’era il deserto. «Noi siamo sempre qua – dice Marco – non abbiamo bisogno di fare appelli, chi vuole unirsi a noi lo deve sentire. Il Palermo si ama a prescindere dalla categoria o dal fatto se ci sono soldi in cassa o meno. A noi interessa l’impegno che mettono i giocatori per i nostri colori. Tutto il resto è relativo». […]  L’unica nota di colore è arrivata dalla curva sud con un fumogeno arancione che ha accompagnato l’ingresso di un gruppetto di una decina di tifosi, ma ci hanno pensato i vigili del fuoco a spegnerlo per riallineare tutto al clima di desolazione che trasmettevano gli ampi spazi vuoti del “Barbera”. Anche in tribuna autorità la sistemazione dei posti a sedere ha rispecchiato il clima di indifferenza e distacco che si respira all’interno del Palermo fra le varie componenti e fra i tifosi che sono rimasti a casa e la squadra. Il responsabile dell’area tecnica Rino Foschi era seduto accanto al segretario generale Gianni Francavilla da una parte, una fila più in basso e più spostato rispetto agli altri due c’era l’amministratore delegato Emanuele Facile. E oggi la distanza fra loro potrebbe anche continuare ad aumentare e non limitarsi solamente a una fila di poltrone”.