Repubblica: “Messina Denaro, l’ira del boss che adesso si sente tradito: «La Palermo bene ha le unghie ‘ammucciate’»”

L’edizione online de “La Repubblica” si sofferma su Messina Denaro e le sue parole sulla “Palermo bene”.

Messina Denaro parla della “Palermo bene” dopo dodici giorni dal suo arresto e lo fa in seguito alle dichiarazioni pubbliche del procuratore della città, Maurizio De Lucia, il quale ha spiegato come “Cosa nostra sia riuscita a entrare nei salotti buoni dove si discute di affari, finanziamenti, appalti, dove si decidono le politiche pubbliche. E vi è entrata dalla porta principale, parlando con i suoi interlocutori da pari a pari”. Il magistrato si è soffermato sul fatto che “la mafia ha sempre avuto rapporti strettissimi con una parte della società”, sottolineando “come Messina Denaro abbia goduto di un appoggio molto ampio, non solo di certa borghesia”.

L’ira del boss che adesso si sente tradito «Dottoressa, lei è mai stata a Palermo? » chiede Matteo Messina Denaro al medico che lo sta visitando in carcere, e lei risponde: «No, non sono mai andata a Palermo». Il boss sorride e replica subito, vorrebbe attaccare bottone: «È una città bellissima di un milione di abitanti, e le dico una cosa… », il capomafia la guarda in faccia, accenna con l’espressione della bocca ad un sorriso ironico, imposta il tono della voce come per fare un annuncio serio e importante, e lancia una bordata che lascia senza parole la dottoressa. «Da qualche giorno a questa parte», dice Messina Denaro, «tutta la Palermo bene ha le unghie “ammucciate”, nascoste». Detto questo si stampa sulla faccia del boss un sorriso esteso fino quasi alle orecchie, una specie di ghigno orribile, che spaventa.

Messina Denaro parla della “Palermo bene” dopo dodici giorni dal suo arresto e lo fa in seguito alle dichiarazioni pubbliche del procuratore della città, Maurizio De Lucia, il quale ha spiegato come «Cosa nostra sia riuscita a entrare nei salotti buoni dove si discute di affari, finanziamenti, appalti, dove si decidono le politiche pubbliche. E vi è entrata dalla porta principale, parlando con i suoi interlocutori da pari a pari». Il magistrato si è soffermato sul fatto che «la mafia ha sempre avuto rapporti strettissimi con una parte della società », sottolineando «come Messina Denaro abbia goduto di un appoggio molto ampio, non solo di certa borghesia».

[…] Non graffiano. Non parlano. Stanno rintanati. Perché hanno paura di lui, ma ancor di più, delle indagini sulla sua latitanza, che si sviluppano di giorno in giorno coordinati dal procuratore De Lucia e dall’aggiunto Paolo Guido.

[…] Messina Denaro non aveva messo in conto di poter essere arrestato né tantomeno di essere tradito. E la sua rabbia in carcere, camuffata dal ghigno, l’ha portato ad ipotizzare che a Palermo i pesci dell’acqua in cui si muoveva lo avessero “venduto”, che poteva essere stato abbandonato forse da qualcuno della clinica Maddalena in cui è stato arrestato. Questo passaggio fa ipotizzare, dunque, che nella struttura c’era chi conosceva la sua vera identità? E lo ha coperto durante le cure?

“U siccu” non ha mai pensato ad una soffiata arrivata da Campobello di Mazzara. […] Era sicuro dei suoi “sudditi”. Purtroppo in questa zona del Trapanese, Matteo è stato solo amato. […].