Repubblica: “Il Palermo scivola verso la B tra i fischi. Questa squadra non l’avrebbe salvata nemmeno Mourinho…”

“Fischi prima della partita, fischi nell’intervallo e fischi alla fine. In mezzo un applauso ironici e rabbioso, quello che a tempo scaduto ha salutato il gol del successo dell’Empoli a Firenze annunciato dal tabellone elettronico. Un gol che con ogni probabilità condanna il Palermo alla serie B. Dopo il pareggio per 0 a 0 contro il Bologna, i rosanero hanno adesso dieci punti di distacco dalla formazione toscana e alla fine del campionato mancano soltanto sei partite. Troppo poche per ipotizzare una rimonta. Troppo poche per tutte, figuriamoci per una squadra che ha ottenuto sedici punti in trentadue gare giocate.

Quando il pubblico grida vogliamo la Primavera non è una invocazione meteorologica, ma la desolazione di chi anche alla vigilia di Pasqua è andata allo stadio per vedere la sua squadra vincere e invece le ha visto ottenere uno scialbo 0 a 0 giocando, tra l’altro, per più di un’ora in superiorità numerica. Una squadra che contro un Bologna che non aveva nulla da chiedere, ha impegnato il portiere avversario una sola volta e ha sbagliato almeno due occasioni colossali che avrebbero potuto dire qualcosa di diverso anche in una giornata storta come quella di questo sabato pasquale.
E invece il Palermo scivola sempre più in basso verso la serie B e lo fa nel peggiore dei modi sancendo una frattura netta con la gente di fede rosanero. Già il numero di paganti 3.592, seconda peggiore perfomance stagionale nonostante prezzi ridotti agevolazioni varie, è indicativo di uno scollamento tra questa squadra e i tifosi. Il buco in curva con lo striscione: “Non ci meritate”, insieme ai cori e ai fischi che hanno accompagnato la gara sono la fotografia di un gruppo che sta finendo nel peggiore dei modi possibili.

E lo ha fatto con un nuovo allenatore in panchina, ma ormai la sensazione è che questa squadra non l’avrebbe salvata nemmeno Mourinho. L’esordio di Bortoluzzi non è stato differente dalle partite giocate sotto le altre gestioni. Anche se è sconcerta la dichiarazione dello storico vice di Guidolin a fine partita. «Ho messo Cionek perché inizialmente la fase offensiva non mi interessava – ha spiegato tra lo stupore di tutti – Non volevo dare la squadra che partisse subito all’arrembaggio, ma che avesse sempre un equilibrio difensivo». Strano per una squadra che invece aveva assoluto bisogno di segnare e di vincere. È vero, il Palermo non ha preso gol e già questa è una notizia, ma ai rosanero oggi si chiedeva qualcosa di diverso. Si chiedeva una prova di maturità, uno scatto d’orgoglio, una prova di esistenza in vita che invece non c’è stata. Perché basta vedere che le azioni più pericolose, soprattutto nel primo tempo, sono state del Bologna e che il Palermo ha tirato in porta una sola volta per capire che l’andamento della gara con i rosa che hanno tenuto maggiormente la palla (del resto in superiorità numerica sarebbe stato strano il contrario) ma che ha concesso agli avversari le maggiori occasioni da rete. Di Francesco due volte a tu per tu con il portiere, Verdi a porta vuota a lato di testa, Taider di poco a lato da fuori, Krejc nel finale con la parata di Fulignati. Il tabellino parla chiaramente così come, altrettanto chiaramente, dice che il Palermo ha sbagliato due gol fatti con Diamanti e Sallai: come a voler dire che in questa partita non c’è stata differenza tra i più esperti e gli esordienti. Tutti insieme hanno trascinato il Palermo in B”. Questo ciò che si legge sull’edizione odierna de “La Repubblica”.