Reddito di cittadinanza, arriva la svolta. Si potrà lavorare senza perdere il diritto all’assegno

I percettori del Reddito di cittadinanza potranno lavorare temporaneamente, sospendendo il beneficio del sussidio, senza subire la perdita o la riduzione dell’assegno.

È la norma nuova a cui sta lavorando il governo, così come ha spiegato la viceministra dell’Economia Laura Castelli, riprendendo quanto già anticipato dal ministro del Lavoro Orlando: il dl sostegni — che andrà in Consiglio dei ministri entro la fine della settimana — «potrebbe contenere una norma a cui sta lavorando il ministero del Lavoro che permetterebbe ai percettori del Reddito di lavorare temporaneamente, sospendendo il beneficio del Reddito di cittadinanza, senza subire la perdita o la riduzione dell’assegno. In tali casi l’assegno riprenderà a decorrere, in modo automatico, al termine dell’attività lavorativa».

Il decreto — ha aggiunto ancora la viceministra Castelli in un post sui social — «è un primo passo, in attesa del nuovo scostamento di bilancio che proporremo al Parlamento nelle prossime settimane e che servirà ad accompagnare questa fase di restrizioni ed il piano vaccinale».

La viceministra Castelli, nel post, ha anche ribadito che il dl sostegni si muoverà lungo 5 direttrici e impiegherà «integralmente» i 32 miliardi autorizzati con l’ultimo scostamento.

Nel dettaglio, quasi 12 miliardi saranno destinati alle misure di sostegno alle attività produttive, con un fondo ad hoc per la montagna, circa 6 miliardi alla salute di cui 5 per il piano vaccini, e poco meno di 10 miliardi alle misure per famiglia, lavoro, indennità per stagionali e sportivi, Cig, Reddito di cittadinanza e Reddito di emergenza, Naspi e Fondo occupazione.

Il ministro Orlando, invece, ha spiegato a Radio Anch’io, su Radio 1 Rai, perché si sta lavorando a una modifica del Reddito di cittadinanza: «Non bisogna disincentivare la ricerca del lavoro: stiamo lavorando, abbiamo costituito un comitato previsto dalla legge, ma finora mai costituito, e faremo una analisi di quanto avvenuto. Si deve rafforzare la parte che spinge sulle politiche attive del lavoro, per trovare forme di riqualificazione e accesso al lavoro e superare alcuni ostacoli che precludono l’accesso. E bisogna lavorare attraverso un confronto con chi è stato chiamato ad applicare il reddito sul territorio».