Palermo, più tasse per tutti. Una stangata salverà i conti del Comune. Orlando: “Raddoppiare l’Irpef? Meglio che sprofondare nel dissesto”

L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sull’aumento dell’irpef e intervista Leoluca Orlando.

Ha dormito «qualche ora» dopo la seduta fiume che gli ha permesso di incassare il sì al piano di riequilibrio che il 15 febbraio porterà al premier Draghi sperando di ottenere i 400 milioni in vent’anni promessi dal governo. All’indomani del voto del Consiglio comunale che lunedì sera ha raddoppiato l’addizionale Irpef, il sindaco Leoluca Orlando si dice «soddisfatto».

Il doppio delle tasse a fronte degli stessi mediocri servizi: sindaco davvero considera il riequilibrio un regalo alla città? «Ho salvato Palermo dal dissesto».

Rifiuti, buche, bare insepolte però restano e non c’è nessuna prospettiva di risoluzione a breve termine: cosa dice ai cittadini? «Che sono emergenze legate alla doppia pandemia che subisco da due anni: quella sanitaria e quella politica determinata dal fatto che da un anno e mezzo non ho una maggioranza e l’aula fa ostruzionismo a tutti gli atti che presento».

Perché un riequilibrio lacrime e sangue è meglio del dissesto? «Perché il dissesto è statico e tragico: aliquote e tariffe al massimo, vendita immediata delle partecipazioni societarie non strategiche come quelle Gesap. Mentre il riequilibrio è dinamico: la futura amministrazione può cambiarlo come vuole o alleggerirlo se trova nuove risorse. E poi senza il piano non avrei potuto sedere al tavolo nazionale».

Ne è sicuro? Le opposizioni la smentiscono. «Sicuro. Ci sono tanti grandi comuni nella stessa situazione, da Torino a Napoli a Reggio Calabria».

La vendita delle quote Gesap è comunque inserita. «Sì ma nel 2025: c’è tempo. Se nel frattempo vinciamo alcune dellecause pendenti possiamo salvarla: la forza del piano è la sua flessibilità».

Il raddoppio dell’Irpef e dei servizi a domanda individuale, dai cimiteri agli impianti sportivi basteranno al governo per sganciare le risorse? «Sono certo dell’efficacia della nostra proposta: penso che il 15 febbraio potremo al massimo avere un alleggerimento dei vincoli».

Al momento però la certezza è che se la lotta all’evasione non dà i risultati ipotizzati, l’Irpef aumenterà ancora di più. «La previsione è legata da un lato all’Agenzia delle entrare che è subentrata a Riscossione Sicilia e ha già creato un pool di venti persone per recuperare i crediti arretrati. E dall’altro al potenziamento degli uffici».

Riuscirete ad aumentare le ore ai 2.400 part time già quest’anno? «Sì. E alla fine del percorso sarà come fare 740 assunzioni».

In aula l’asse con M5S, che pure in questi anni le ha fatto opposizione, ha retto: ci contava? «Hanno compreso che l’atto non riguardava la prossima amministrazione. Voleva il dissesto solo chi sa di non avere speranze di governare».

I renziani? La candidatura di Davide Faraone è perdente? «Può fare il sindaco chi pensa che il dissesto sia inevitabile? Comunque alla fine il voto contrario è stato solo uno. Gli altri si sono astenuti».
E che vuol dire?

«Se erano così sicuri del no perché non hanno votato contro?».
Perché? «Perché hanno avuto paura che se avessero votato “contrario” ne avrebbero risposto personalmente».

Il centrodestra non ha partecipato al voto: vi hanno fatto da stampella? «Chi pensa di avere chance per governare ha capito che il dissesto è un autogol».

La Lega è rimasta in aula, ma solo con parte dei consiglieri.
«Hanno avuto un comportamento civile: hanno passato ore con me a cercare di evitare l’aumento dell’Irpef».

Ma davvero non le pesa raddoppiarla? «Certo che mi pesa. Potevo dimettermi e lasciare questa scelta al mio successore. Ma ho voluto dare alla città uno strumento di futuro».

Al di là del voto, il primo febbraio 2022 sarà ricordato per la morte di Maurizio Zamparini. «Se ne va un protagonista della vita di Palermo».